Qualcosa, la direzione del Pd di ieri, ha prodotto. Delle date, anzitutto: il 20 e il 21 settembre, l’assemblea del Pd stabilirà le regole per le primarie che si terranno il 24 novembre. A dire il vero, alcuni tra i più critici, come Pippo Civati, hanno definito la direzione di ieri balneare, proprio in relazione alla data delle primarie: secondo Civati, sarebbe stata solamente sussurrata, senza alcun impegno preciso. Alla domande se la direzione sarà il 24, è stato risposto: sì, forse. Inoltre, tale data sarebbe stata comunicata da Marina Sereni. Ma è stato fatto presente che non è questo il modo corretto: deve essere l’assemblea a stabilirla. Epifani, in ogni caso, nel suo intervento ha invitato il governo ad andare avanti, senza sfilacciamenti e logoramenti. Ha, inoltre, fatto presente che per Berlusconi non è ammissibile alcun salvacondotto e che una riforma della giustizia come quella che ha in mente il Pdl non si farà mai. Enrico Letta, dal canto suo, ha spiegato che a questa maggioranza di governo non vi è alternativa, salvo le lezioni che, comunque, con questa legge elettorale, condurrebbero nuovamente alle larghe intese. Il premier, poi, rivendicando le scelte politiche, si è detto convinto di come l’unità del Pd è necessaria alla stabilità del governo. Per nulla soddisfatti i renziani. «Grande è la confusione sotto il cielo», scrive Andrea Marcucci mentre Giorgio Tonini, vice capogruppo dei senatori del Pd manifesta sconcerto per l’assenza di una data per il congresso. C’era anche Renzi, ieri sera. Lui e Letta si sono scambiati una stretta di mano. Il premier, inoltre, gli ha dato un pacca sulla spalla. E’ stato quest’ultimo ad andare incontro al sindaco di Firenze e non viceversa. E, come è stato fatto notare, è già la seconda volta.