Cade il governo? Sì – o meglio: forse. Venerdì sera dal leader del Pdl era arrivato un aut aut: la vita della maggioranza in cambio del no alla sua decadenza da senatore. Questo pochi secondi dopo che Enrico Letta, a Genova per la Festa nazionale del Pd, aveva detto di non vedere “margini” per la decadenza di Berlusconi. Poi, ieri il Cavaliere ha smussato gli angoli: “nessun ultimatum al governo che sta facendo cose egregie”. Al di là della verità sulla contro-smentita (gli audio danno torto a Berlusconi) il problema è politico. E secondo Marcello Sorgi, editorialista de La Stampa, non cambia di una virgola.
“A me non pare che Berlusconi abbia fatto un dietrofront” – dice Sorgi a ilsussidiario.net. “Ha detto che se il Pd vota per la decadenza rompe l’alleanza e se questo avviene cade il governo. La forma è più addolcita, ma la sostanza è quella che conosciamo, è identica”.
Ieri Berlusconi ha firmato i referendum radicali sulla giustizia. Perché questa scelta?
Li ha firmati perché sono alternativi alle elezioni. Se ci sarà la crisi di governo senza elezioni anticipate perché per esempio si forma un Letta-bis con una maggioranza di transfughi a base di secessionisti, defezionisti del Pdl, eccetera, quei referendum diventano la campagna elettorale di Berlusconi e lui ne diviene l’uomo-simbolo. Se invece si andasse alle elezioni anticipate, queste bloccherebbero i referendum fino al 2015. In tal caso il problema non si pone.
Lei parla di elezioni anticipate. Napolitano scioglierebbe le camere?
Il capo dello Stato cercherà in tutti i modi di formare un nuovo governo. Se ci riesce, si va avanti, se non ci riesce è costretto a sciogliere le camere. Esiste una possibilità concreta che il presidente riesca a formare un governo senza scioglimento e questo è un deterrente per Berlusconi. Invece di rompere, potrebbe decidere a un certo punto di accettare la pena, scontarne una parte, magari chiedere la grazia… Se però dovesse accorgersi di essere perduto, potrebbe decidere di cambiare atteggiamento.
Secondo lei Berlusconi dà più retta ai moderati del suo partito o ai mercati?
Berlusconi è un uomo che non ha mai una linea sola, ora come in passato ha sempre voluto avere due opzioni. Ora è metà falco e metà colomba, poi a un certo punto deciderà il da farsi. Quando Berlusconi sceglie, però, prende sempre la decisione più “forte”. In tanti anni non lo si è mai visto venire a troppi compromessi. In genere è un uomo di rottura.
Si parla da giorni di “lodo Violante”. Al di là dei tecnicismi, di fatto sembra una proposta per prendere tempo e dunque per concederlo a Berlusconi. Che ne pensa?
Violante è sicuramente una persona con l’autorevolezza e la competenza per fare una proposta come quella che ha formulato. Effettivamente, va detto che anche in chi non è un giurista come Violante qualche perplessità il decreto Severino, nella parte sulla retroattività, l’ha suscitata. È una legge fatta a ridosso di una serie di scandali politici che urgevano risposte. Detto altrimenti: se avessero fatto una legge non retroattiva, l’opinione pubblica avrebbe detto che era un imbroglio. D’altra parte bisogna riconoscere che il diritto normalmente è contrario alla retroattività.
Ci sarebbero una quindicina di dissidenti 5 Stelle disponibili a sostenere Letta, mentre basterebbero sette defezioni dal Pdl per garantire la vita del governo.
È presto per fare queste valutazioni, perché il governo Letta è in carica. Se ci fosse la crisi di governo i numeri probabilmente sarebbero diversi, perché i parlamentari che non vogliono perdere il seggio sono molti di più di quelli che ha citato lei…
Epifani lo ha ripetuto ieri: “uniti sulla decadenza”. Sarà davvero così?
Credo proprio di sì. A mio modo di vedere non c’è nemmeno uno, nel Pd, che voglia salvare Berlusconi. In realtà nemmeno Violante lo è: ha suggerito un approfondimento.
Letta ieri ha detto che questo delle larghe intese non è il governo per il quale ho fatto la campagna elettorale. Intanto Renzi sta girando l’Italia. Dove va il Partito democratico?
Anche questo dipende molto dall’eventuale crisi di governo. Se Letta governa fino al 2014, Renzi può prendersi la segreteria. Se invece c’è la crisi di governo e poi il voto, credo che Letta abbia più chances di essere il candidato premier del centrosinistra.
(Federico Ferraù)