Il concorso bandito dal Ministero degli Esteri per l’assegnazione di trentacinque posti a segretario di legazione in prova sarebbe stato “falsato sin dal giorno delle prove preselettive”. A dirlo è Paolo Becchi, intervenuto oggi con un nuovo post sul blog di Beppe Grillo. Molte delle domande a risposta multipla contenute nei test preselettivi, sostiene il docente all’università di Genova vicino al Movimento 5 Stelle, “contenevano errori palesi o erano formulate in modo ambiguo”. Il Ministero ha quindi deciso di eliminare sei domande sulle sessanta complessive per tutti i concorrenti, ma tale azione non è contenuta nel regolamento del bando ed è quindi da considerarsi illegittima. Inoltre, aggiunge Becchi, anziché applicare la soglia dei due terzi indicata nel bando alle 54 domande ritenute valide, “è stato mantenuto il punteggio minimo di 40 risposte esatte non applicando quindi la regola dei due terzi alle 54 domande ritenute valide”. In questo modo, “era sufficiente azzeccare 34 risposte corrette per passare il test e non più 40”. Sono questi i motivi che hanno spinto il Movimento 5 Stelle a presentare un’interrogazione parlamentare nei confronti del Ministro degli Esteri, allo scopo di fare luce su quanto accaduto in questo concorso: “L’interrogazione, presentata il 27 giugno e che prevede una richiesta di risposta scritta, è caduta nel dimenticatoio”, fa sapere Becchi. Anche per quanto riguarda le prove scritte, “con incredibile velocità, le correzioni dei temi consegnati dai candidati sono arrivate nel tempo record di 20 giorni: considerando che i consegnatari erano circa duecento e che le prove erano cinque a testa, sembra difficile ipotizzare che mille temi possano essere stati corretti ed equamente valutati in un tempo così ristretto”. Insomma, conclude Becchi, “questo modus operandi comporta un danno evidente all’immagine del Ministero stesso e della diplomazia italiana ma soprattutto di tutti quei giovani preparati e volenterosi che per l’ennesima volta devono amaramente confrontarsi con il malfunzionamento e con il clientelismo tossico della pubblica amministrazione italiana”.