“Non possiamo essere io e il presidente della Repubblica gli unici parafulmini che tengono in piedi il sistema. Occorre da parte di tutti una partecipazione alla responsabilità”. A dirlo, durante la registrazione della puntata di Porta a Porta che andrà in onda stasera, è il premier Enrico Letta. “Il futuro non dipende solo da ciò che farà Berlusconi ma da molti altri fattori”, precisa il capo del governo, secondo cui “il nostro Paese era in bilico a febbraio, a marzo e ad aprile e le condizioni che lo hanno portato a questa situazione di difficoltà non sono venute meno di colpo. Anzi, c’è stato l’aggravarsi della instabilità politica”. Nonostante ciò, è indubbio che “la situazione é così complessa che se verificassi che la mia permanenza peggiorasse la situazione non ci metterei un attimo a tirare le conseguenze. Ma non credo che siamo in questa situazione”. Letta ha poi parlato dell’aumento dell’Iva, ipotesi in realtà ancora non esclusa completamente: “Ne parlaremo, perché é una vicenda molto complicata. Quel che posso dire é che faremo una riforma sulle aliquote”. Evitare l’aumento è un lavoro “molto complesso”, perché “non é una decisione che assumiamo noi. È già nei conti pubblici. È stato deciso due anni fa e confermato l’anno scorso. E i soldi di queste entrate sono già state spese”. Il presidente del Consiglio ha affrontato infine il tema della prossima legge di Stabilità, che “avrà come cuore l’intervento per ridurre le tasse sul lavoro e aumentare i soldi in busta paga dei lavoratori”: “Non c’è alternativa tra aumento Iva e cuneo fiscale, son due cose molto diverse – ha aggiunto Letta -. Il nostro Paese è morto per eccesso di precarietà”. Il messaggio centrale della legge di stabilità sarà quindi “la riduzione delle tasse sul lavoro” per arrivare a un “intervento maggiore per incentivi che portino all’assunzione di giovani con contratti di lavoro a tempo indeterminato”.