Cinque senatori del Movimento 5 Stelle hanno incontrato il Procuratore capo della Repubblica di Torino, Giancarlo Caselli, per chiedergli una mano nella lotta contro la firma dell’accordo per la costruzione della Tav che prevede che gli appalti e i subappalti siano concessi secondo la regolamentazione francese. Essa, infatti, non prevede alcuna normativa contro la mafia. «Tale previsione, da applicarsi al nuovo promotore dell’opera, pare dare seguito al maldestro tentativo, da parte della Lyon Turin Ferroviarie, già cassato dal Tar Piemonte con sentenza 26.1.2012 n. 113(pag. 4), di sottrarsi al diritto italiano», spiegano i senatori. In particolare, gli articoli 6 e 10 dell’accordo consentirebbero di appaltare i lavori per la costruzione nella parte italiana del tunnel di base, della stazione di Susa, dell’interconnessione di Bussoleno che sarebbero affidati dal promotore pubblico senza che le ditte in questione debbano presentare un certificato antimafia. In sostanza, le ditte che fanno riferimento alla criminalità organizzata, potrebbero facilmente aggiudicarsi appalti milionari aggirando la legge italiana, unica nel suo genere in Europa. Il paradosso, è che sarebbe l’unione europea a finanziarle. «E’ allarmante – concludono i senatori – che l’accordo, con la sua disapplicazione della legge antimafia, sia stato sottoscritto in questa forma dal Governo nel 2012 ed è ancora più inquietante che il Governo ora, nel 2013, ne chieda la ratifica al Parlamento, senza che nessuno, ad eccezione degli eletti M5S, abbia rilevato prima d’ora la questione»



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