“Rispetto al videomessaggio che segnò la sua discesa in campo nel 1994, quello di ieri è un Berlusconi che non mette più al centro un programma innovativo ma soltanto se stesso. Capisco che il Cavaliere sia nervoso, ma il nervosismo gli fa commettere un errore fondamentale: identificare la magistratura con la sinistra”. Ad affermarlo è Piero Sansonetti, direttore de Gli Altri ed ex direttore di Liberazione, dopo che Silvio Berlusconi ha diffuso il suo videomessaggio a poche ore dal voto della Giunta del Senato. “La cosa migliore da fare è riprendere in mano la bandiera di Forza Italia – le parole di Berlusconi -. E’ arrivato il momento in cui tutti gli italiani responsabili devono sentire il dovere di impegnarsi personalmente”.
Sansonetti, quanto è cambiato il Berlusconi di ieri rispetto a quello della discesa in campo del 1994?
Nel 1994 Berlusconi era un uomo che si affacciava alla politica, di cui non conosceva ancora i meccanismi, mentre oggi è un uomo politico navigato, anzi il più navigato tra i leader politici italiani. Allora inoltre si presentò con un programma politico e sociale di stampo liberale molto forte, mentre oggi le sue argomentazioni sono molto più politiciste, indicando tre nemici, la sinistra, la magistratura e il fisco. E soprattutto, allora era un messaggio da prima spiaggia e oggi è un messaggio da ultima spiaggia.
La stupisce che Berlusconi non abbia più la baldanza di 20 anni fa?
No, ma quello del 1994 era un messaggio pieno di speranza e allegria, quello di oggi è invece pieno di cupezza e anche di paura. Credo che lo stesso Berlusconi abbia paura, i colpi che ha preso sono durissimi, e non è più sicuro di vincere la battaglia con la magistratura. Trovo significativo che abbia usato l’espressione “orlo della catastrofe”. Berlusconi però non è un uomo finito, la partita è ancora aperta e anche se non l’ha vinta non l’ha ancora persa.
Al di là del fatto che sono trascorsi 20 anni, che cosa è cambiato nella sostanza della proposta di Berlusconi?
Berlusconi è sempre lo stesso, con la differenza che nel 1994 era inesperto mentre oggi è espertissimo. La sua inesperienza iniziale era stato sia un vantaggio sia uno svantaggio, perché lo portò a stravincere le elezioni e poi a perdere il governo dopo otto mesi. Il suo esecutivo cadde perché gli altri erano più bravi e più esperti di lui, oggi è invece esattamente il contrario: Berlusconi è il più bravo, ma ha forze potentissime contro. E soprattutto non ha più dalla sua la freschezza di quel messaggio del 1994.
Che cosa ne pensa in particolare dei contenuti del messaggio di ieri?
Il messaggio di ieri sera ha il difetto di essere troppo politicista e troppo nervoso. Posso comprendere che il Cavaliere sia nervoso per l’accanimento giudiziario nei suoi confronti. Il nervosismo però porta Berlusconi a commettere un paio di errori. Il primo è quello di non mettere al centro del messaggio il suo programma, ma soltanto il politicismo. E secondo, molto più grave, è il fatto di identificare sinistra e magistratura.
Perché è un errore?
Se il Cavaliere vuole puntare a una riforma della giustizia, che è un’impresa ardua e urgentissima, non può farlo se non si allea almeno con un pezzo di sinistra. Berlusconi ha ragione ad affermare che il Pd ha appoggiato a corpo morto la magistratura, ma non può fare coincidere le due cose. La magistratura ha infatti un disegno di costruzione di un regime di tipo etico e giudiziario, mentre il Pd non ha questo progetto. Berlusconi ha bisogno del Pd, e in questo momento è nelle condizioni migliori per ottenere l’appoggio di una parte della sinistra, magari anche passando per la via referendaria o per Pannella.
Insomma la sinistra non si identifica affatto con la magistratura?
Durante il videomessaggio, Berlusconi ha affermato addirittura che “si vuole seguire la via giudiziaria al socialismo”, cadendo così in una tentazione propagandistica sbagliata. Non c’è nessuna via giudiziaria al socialismo per due ragioni. La prima è che la magistratura è in gran parte reazionaria, non è affatto di sinistra, e la seconda è che un Renzi che voglia costruire un’Italia socialista la vedo poco. Agitare il fantasma del socialismo è sempre stata la forza di Berlusconi, ma in questo momento non gli serve a nulla.
(Pietro Vernizzi)