La giornata politica si chiude tra le scintille con un Cdm infuocato, carico di tensione e in cui è parso sempre più chiaro che l’intenzione di radicalizzare lo scontro più che per sfiduciare il Governo sia per cercare di indurre il Capo dello Stato a sciogliere le camere per rimandare il paese alle urne. La spinta deflagrante è partita, come è noto dalla decisione di rimettere le dimissione nelle mani dei capigruppo da parte del Pdl e proprio mentre il premier era in visita negli Stati Uniti, con un tempismo che non è proprio andato giù ad Enrico Letta. Ora si arriva allo stallo, Letta non intende proseguire nell’azione di governo senza essere sicuro di una maggioranza a sostenerli, impegnandosi per miliardi di euro, e questo lascia solo 72 ore di tempo per incassare la fiducia e bloccare l’aumento dell’Iva. In ogni caso la parola chiave per Letta è “rilanciamo il Governo o l’esperienza si conclude qui”. Gli scenari a questo punto, compreso lo sciogliemento delle Camere o le dimissioni di Napolitano, come ovviamente il conferimento dell’incarico di formare il Governo con una diversa maggioranza, sono davvero tutti possibili. Di seguito, il duro comunicato del Presidente del Consiglio.
27 Settembre 2013
La Presidenza del Consiglio comunica che:
Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 20.05 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del presidente del Consiglio, Enrico Letta. Segretario il sottosegretario di Stato alla Presidenza, Filippo Patroni Griffi.
Il presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, ha manifestato in apertura l’esigenza ineludibile di ottenere un chiarimento politico e programmatico in Parlamento tra le forze della maggioranza che sostiene il governo.
“Dinanzi a noi – ha detto il Presidente del Consiglio – c’è la necessità di un confronto il più duro e netto possibile. Non sono disponibile ad andare oltre senza questo passaggio di chiarezza. Un’efficace azione di governo è evidentemente incompatibile con le dimissioni in blocco dei membri di un gruppo parlamentare che dovrebbe sostenere quello stesso esecutivo. O si rilancia, e si pongono al primo posto il Paese e gli interessi dei cittadini, o si chiude questa esperienza”.
“Non ho alcuna intenzione – ha concluso – di vivacchiare o di prestare il fianco a continue minacce e aut-aut. Quanto accaduto mercoledì scorso proprio mentre rappresentavo l’Italia all’assemblea generale delle Nazioni Unite – contestualità non casuale – è inaccettabile”.
In attesa del chiarimento si è reputato dunque inevitabile il blocco di ogni decisione governativa su temi, anche rilevanti, di natura fiscale ed economica. La sospensione è dovuta in particolare all’impossibilità di impegnare il bilancio su operazioni che valgono miliardi di euro senza la garanzia di una continuità nell’azione di governo e Parlamento.
Il Consiglio ha avuto termine alle ore 22.40.