“Se dovesse venire meno la maggioranza che sostiene l’attuale governo, va esclusa qualsiasi ipotesi di coalizione tra Pd e Movimento 5 Stelle. Dopo l’approvazione della legge di stabilità e di una nuova legge elettorale, va restituita rapidamente la parola agli elettori”. Ad affermarlo è l’onorevole Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Partito democratico e sostenuto dalla corrente dalemiana. Venerdì la direzione del Pd ha approvato quasi all’unanimità le regole per il Congresso del partito, che prenderà avvio il 24 novembre con la convenzione nazionale e si concluderà l’8 dicembre con le primarie per il segretario. Intanto il presidente del consiglio Letta accelera i tempi, incontrando il capo dello Stato Giorgio Napolitano per capire se ci siano ancora i margini per una tenuta dell’attuale maggioranza dopo che il Pdl ha annunciato le dimissioni di tutti i suoi parlamentari.
Onorevole Cuperlo, che cosa intende fare il Pd per rispondere alle dimissioni dei parlamentari del Pdl?
Intendiamo rimetterci alle valutazioni del capo del governo e del presidente della Repubblica sulle forme che deve avere la risposta a questo nuovo scenario. La cosa più giusta è un dibattito parlamentare dove ciascuna forza politica si assuma le sue responsabilità e venga verificata dal Paese nelle sue scelte e volontà. Così non si può andare avanti, perché in questo modo non si fa l’interesse del Paese e degli italiani. Bisogna isolare le forze che in un passaggio così drammatico della vita dell’Italia tendono ad avvelenare i pozzi della democrazia e ad annegare l’interesse comune dello stesso partito. Siamo pronti ad andare in Parlamento, dove esprimeremo il nostro sostegno e la nostra solidarietà al presidente del Consiglio, che giustamente ha sottolineato la gravità della scelta compiuta dal Pdl di usare quelle espressioni e di mettere in atto quelle minacce che abbiamo sentito tutti.
Come valuta l’ipotesi di andare alle elezioni anticipate?
Siamo pronti a fare quello che servirà al Paese. Noi continuiamo a pensare che all’Italia in questo momento non serva una crisi al buio, e che andare al voto con le vecchie regole elettorali sia un atto di irresponsabilità grave. Bisogna affrontare le emergenze che riguardano milioni di famiglie, imprese e lavoratori. Abbiamo visto giovedì i dati della Cgia di Mestre sul costo che graverebbe sulle tasche degli italiani nel caso di una crisi di governo. Come dice però Enrico Letta, al governo sì ma non a qualunque costo. Il problema è quindi capire se ci siano le condizioni perché questo governo, o un governo diverso da questo, possano adempiere ai due obiettivi fondamentali di questo passaggio: licenziare una buona legge di stabilità e indurre il Parlamento ad accelerare i tempi della riforma della legge elettorale.
Il Pd potrebbe fare reagire il Pdl sui contenuti, come l’economia del Paese, per spostare l’attenzione dalle vicende personali di Berlusconi a temi più concreti?
Noi abbiamo delle proposte che sono molto chiare. Pensiamo che occorra aggredire la pressione fiscale sul costo del lavoro, mettendo mano a dei provvedimenti di emergenza contro l’impoverimento che colpisce il Paese e fa precipitare sempre più spesso dei pezzi del ceto medio nelle fasce di povertà. La nostra agenda è chiara e questa volta la vogliamo proporre e imporre con la necessaria fermezza. Dopo di che il centrodestra si assumerà le sue responsabilità verso il Paese e verso i cittadini.
Se questa maggioranza non dovesse tenere, ritiene ancora possibile un governo di Pd e M5S?
No, dalle dichiarazioni che leggo degli esponenti del M5S è evidente che da parte loro non c’è nessuna disponibilità. Anzi in queste ore hanno soffiato sul fuoco, più che cercare di usare dell’acqua per spegnere l’incendio. Se dovesse venire meno la maggioranza che sostiene questo governo, sarà necessario andare in Parlamento per verificare se ci sono le condizioni per una maggioranza diversa da questa, per poi restituire rapidamente la parola agli elettori.
(Pietro Vernizzi)