“Con un pugno di dissidenti non si governa il Paese”, quindi Enrico Letta e il Partito Democratico possono sperare solamente in “fatti politici rilevanti sotto il profilo della qualità politica e dei numeri” per un eventuale Letta-bis. A dirlo è Massimo D’Alema, intervenuto a Tgcom24, aggiungendo che “se una parte rilevante del Pdl dovesse staccarsi e fare una scelta europea, questo dovrebbe essere considerato perché potrebbe rappresentare uno scenario politico nuovo, ma se pensiamo alla possibilità di sopravvivere contando sul voto di qualche dissidente non credo che una prospettiva di questo genere sarebbe plausibile”. L’ex presidente del Copasir ha ribadito dunque che solo “se matura uno scenario politico nuovo, che possa far pensare anche a un rilancio politico di un governo che ha anche bisogno di una messa a punto programmatica”, allora “un Letta bis avrebbe una missione chiara”. Ma “se c’è un appoggio tecnico, allora va fatta la legge stabilità perchè non vogliamo farcela scrivere dall’Europa, la nuova legge elettorale e dopo di che si va al voto”. “Io – ha poi detto ancora D’Alema – non sono un fan del voto anticipato ma a volte è una via d’uscita democratica a una situazione che rischia di diventare molto ingarbugliata”: inoltre, se si va al voto tra fine febbraio e i primi di marzo, “temo che a dicembre si dovrebbero fare le primarie per il premier”. Sotto questo punto di vista, nel Pd “ci sono diverse personalità che potrebbero rappresentare dei buoni candidati a premier”, oltre a Letta e Renzi, come le “nuove leve che ci sono tra gli amministratori locali”, ha concluso D’Alema.



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