La confusione è massima sotto i cieli della politica, dopo la decisione di dare le dimissioni da parte dei ministri del Pdl. Nel Popolo delle libertà i ministri dimissionari hanno preso le distanze dagli “estremisti” del partito e lo stesso Angelino Alfano si è definito “diversamente berlusconiano”; oggi, lunedì, si attende la riunione dei parlamentari del Pdl dalla quale potrebbero nascere ultriori sviluppi. Intanto, nella serata di ieri il premier ha incontrato il capo dello Stato Giorgio Napolitano. “Il Presidente del Consiglio ha tratto, d’intesa con il Presidente della Repubblica, la decisione di illustrare in Parlamento – che è la sede propria di ogni risolutivo chiarimento – le proprie valutazioni sull’accaduto e sul da farsi”. Lo si legge nel comunicato diffuso in via ufficiale dal Quirinale. Il capo dello Stato e il premier Enrico Letta hanno già fatto capire che faranno tutto il possibile per evitare elezioni anticipate. Secondo Enrico Letta, ospite ieri di Fabio Fazio a Che tempo che fa, “con il Porcellum non si deve votare. Si rischia che al Senato non ci sia una maggioranza. Se si deve tornare alle urne” ma “non con questa legge elettorale”.



“Attendiamo di vedere cosa succederà in Parlamento dopo che Letta si presenterà nei prossimi giorni” dice a ilsussidiario.net il politologo Roberto D’Alimonte. “Nessuno al momento sa dire se ci sono i margini per un governo Letta bis o comunque per una nuova maggioranza”. Secondo il professore lo scenario è reso ancor più terribilmente complicato da quanto sta succedendo in Grecia e negli Stati Uniti, con possibili ripercussioni su Europa e Italia. 



Secondo lei esistono i margini per un Letta bis o si andrà inevitabilmente al voto?

Ne so quanto lei. So quel che si dice in giro, ma io sono uno studioso non un politico. Pare che ci siano dei dissidenti sia nel Pdl che nel Movimento 5 Stelle, cosa che potrebbe permettere la nascita di una nuova maggioranza. Ma essenzialmente io credo che occorra aspettare quando il governo andrà in Parlamento, martedì prossimo o mercoledì.

Cosa potrà succedere?

Potrà succedere che davanti al voto uninominale i parlamentari saranno obbligati a metterci la faccia. Dovranno cioè prendersi delle responsabilità precise davanti agli italiani votando la non fiducia al governo. Lo faranno? Se la sentiranno di compiere questo atto in un momento così difficile anche a livello internazionale? Staremo a vedere.

Lo scenario internazionale non rischia di diventare una scusa?

Siamo in un momento delicatissimo. C’è la faccenda dell’arresto del leader di Alba Dorata in Grecia che potrebbe anche far crollare il governo e portare a nuove elezioni, con le conseguenze che si possono immaginare e forti ripercussioni a livello internazionale. La Grecia, già così martoriata, è davanti a un nuovo scenario di instabilità. E poi c’è il caso americano.

Cioè? 

Si parla di uno stallo del Congresso davanti alla decisione di alzare il tetto del debito pubblico. Sono fattori di instabilità che possono portare ad attacchi speculativi o movimenti al rialzo del tassi di interesse sia in Europa che in America. Se a tutto questo aggiungiamo la nostra instabilità interna, avremo un cocktail micidiale. Dunque la speranza è che i nostri parlamentari, messi davanti a queste prospettive, al momento del voto di fiducia diano prova di buon senso e sappiano cosa è giusto fare. 

 

Una domanda sulla legge elettorale, a questo punto più importante che mai vista la prospettiva del ritorno al voto. Dal Movimento 5 Stelle si alzano voci contraddittorie, lei come vede la situazione? 

Il Movimento 5 Stelle ha preparato, ma non ancora presentato, una proposta di legge elettorale. Da quel che mi risulta è simile al modello spagnolo con qualche differenza. Anche tra di loro però c’è confusione, pensiamo alle dichiarazioni di Beppe Grillo che parlava di votare con il porcellum. Va detto che dopo le dichiarazioni di Grillo il movimento ha annunciato la presentazione della proposta di legge in commissione Affari istituzionali, dove è già cominciata la discussione. In commissione Affari istituzionali del Senato sono state presentate diverse proposte di legge e si è cominciato a discuterle, dato che a tale provvedimento è stata data massima urgenza dal governo. Vito Crimi ha annunciato la presentazione della loro proposta, ma ancora non è stata presentata ufficialmente.

 

Secondo lei questa proposta potrà mettere d’accordo tutti? 

Dobbiamo fare un passo alla volta, per prima cosa vedere quello che succede con il voto di fiducia e vedere se ci sarà una maggioranza. Ci sarà poi da vedere se questa maggioranza sarà d’accordo sulla legge elettorale tenendo conto dei veti già esistenti del Pdl, ad esempio quello sui collegi uninominali.