E’ un groviglio politico e istituzionale quasi inestricabile. La crisi di governo non è ancora formalmente aperta, ma è aperta di fatto e di fronte alle conseguenze politiche, ma soprattutto economico e sociale, ci si chiede come si possa uscire da questo impasse pericoloso per l’Italia. C’è pure il rischio che, se non si compone in qualche modo questa crisi o si trova una soluzione di continuità, si vada subito a votare con una legge che è all’esame di costituzionalità della Consulta. E il paradosso è che, grosso modo, i tempi della Corte per una decisione sul cosiddetto “porcellum” potrebbero coincidere con la chiamata alle urne o mentre si fa lo spoglio dei voti. All’incirca il prossimo mese di dicembre. Siamo solo di fronte ai rischi di carattere istituzionale e politico. C’è da aggiungere il quadro ben più preoccupante di allarme sociale ed economico. Domani riaprono le Borse, con tutte le conseguenze che si possono immaginare sullo spread, sulla speculazione internazionale, sulle valutazioni delle agenzie di rating di fronte a questa nuova prova di instabilità politica italiana. Terminiamo la premessa pessimistica con l’economia reale, sempre più in difficoltà, con il Paese reale che deve affrontare sacrifici, disoccupazione e scadenze fiscali di massa. Stefano Folli è uno degli analisti politici italiani più raffinati e più accreditati. Oggi è editorialista de Il Sole24Ore, ma ha una lunga e nobile carriera alle spalle, con una direzione al Corriere della Sera. Proprio domenica a Piacenza, Folli ha moderato un dibattito a cui partecipava il ministro per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, uomo di centrodestra, ma in dissenso con la linea di Silvio Berlusconi sulle dimissioni di massa e sul disimpegno dal governo Letta. Un segnale di rottura nel centrodestra e di possibilità per un sostegno al governo?
Scusi, Folli, mi viene da parodiare il titolo di un vecchio film di Alberto Sordi: riusciranno i nostri eroi a trovare il bandolo della matassa in questa situazione?
Posso dire che vedo nel centrodestra un numero sempre più consistente di malcontenti rispetto alla linea, che definirei peronista, di Silvio Berlusconi. Ci sono le critiche di Quagliariello, ma non solo. Le critiche vengono anche dal ministro per la Salute Beatrice Lorenzin, dal ministro dei Trasporti e Infrastrutture Maurizio Lupi e poi da Fabrizio Cicchitto, da Maurizio Sacconi. Persino Angelino Alfano, il vicepresidente del Consiglio, ha detto che si sente “diversamente berlusconiano”, che per la verità non so bene che cosa voglia dire. Tuttavia il fatto da registrare è che la linea così spregiudicata da Berlusconi viene contestata e discussa anche all’interno della sua area.
Questo che cosa comporterebbe, a suo parere?
Ora, che tutta questa area abbia la forza e il coraggio di ribellarsi, magari con una scissione, alla linea di Berlusconi, non so dirlo, non penso che si possa prevedere. Può esistere in prospettiva la formazione di una nuova aggregazione di centrodestra. Ma per un sostegno al governo Letta, al governo attuale che è in “crisi di fatto”, mi sembra che non ci sia il tempo necessario. Ormai gli spazi sono ristretti. Anche perché per loro, si tratterebbe poi di un suicidio politico.
Tutto questo riduce anche i margini di manovra del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Non c’è dubbio che le carte che ha in mano sono poche. In una situazione che poi è complicata dal fatto che la legge elettorale, il “porcellum”, è sotto l’esame di costituzionalità della Consulta. Un pasticcio infernale, insomma.
Poi, per una settimana o due, ci si dovrà confrontare con i mercati che non avranno di certo una buona opinione dell’Italia.
Senza dubbio, anche questo appare scontato. Con un Paese che è esasperato e che appare allo stremo e agli sgoccioli. Con una credibilità politica che si sta di nuovo riducendo ai minimi termini e con i sondaggi che indicano un rialzo delle azioni del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Qui sembra che si stia facendo la campagna elettorale per Grillo.
Tutte ragioni e motivi per cercare di trovare qualche soluzione. Quali potrebbero essere?
Penso che ci possano essere due strade percorribili, che si possano fare due tentativi. Il primo è quello di un Letta-bis, dopo aver però trovato per lo meno una nuova base di accordo di governo, Se non ci sarà questo accordo, neppure con la dissidenza che si manifesta nel centrodestra, l’ultima soluzione è quella di una sorta di “governo neutro”, magari presieduto da Fabrizio Saccomanni, ma sto facendo solo un nome, che porti al voto a primavera, dopo aver fatto due o tre cose importanti, decisive in questo momento, come una nuova legge elettorale e la legge di stabilità.
Quali possono essere i passaggi per questi due tentativi? Che cosa chiederà Giorgio Napolitano e che cosa suggerirà a Enrico Letta?
Penso che non si possa prescindere da un richiamo alle responsabilità di tutti di fronte a una situazione talmente complicata per il Paese. A mio parere se Letta va in Parlamento non dovrebbe neppure essere molto polemico verso Berlusconi, ma dovrebbe sopratutto sottolineare quello che sta rischiando questo Paese, da un punto di vista politico, sociale ed economico.
Il “colpo di fulmine” è stato certamente la mossa di Berlusconi, ma la sensazione è che ci sia un partito trasversale della crisi. Che cosa ne pensa? Non si poteva seguire la strada indicata dal lodo Violante sulla decadenza? In tutti i casi, Berlusconi, dopo la prossima decisione del Tribunale di Milano, dovrebbe decadere ugualmente.
Berlusconi porta la massima responsabilità di questa situazione, ma è vero che sono stati fatti degli errori anche a sinistra. Del resto nel Pd, ci sono molti che vedono la convenienza di andare a votare subito, questo non è un mistero. Ma il problema ormai è la credibilità della classe politica, lo stato del Paese, il malcontento che cresce. In definitiva, gli italiani, a ben vedere, sono anche di “bocca buona”. Bastava un governo che desse segnali per un abbassamento delle tasse e garantisse un minimo di stabilità. In questo modo, con una crisi come questa, dove si va a finire?
(Gianluigi Da Rold)