Fare un pronostico sulla durata del governo Letta sembra ormai una scommessa. In questi giorni e soprattutto in queste ore si accavallano notizie su una imminente crisi di governo. E’ ormai un’altalena di “bello o brutto” che dura da tempo, con davanti la scadenza del 9 settembre, quando si comincerà a discutere della decadenza di Silvio Berlusconi, nella giunta delle elezioni del Senato (con tempi che sembra debbano essere accorciati, anche se vengono definiti “contingentati”). Ieri la “meteorologia” del governo segnava “tempesta”. Voci e dichiarazioni che arrivavano direttamente dal quartier generale di Arcore tendevano a sottolineare la voglia di uno strappo in tempi brevi.



Arrivando all’appuntamento di un drammatico G20 a San Pietroburgo (c’è in ballo soprattutto la Siria), il presidente del Consiglio, Enrico Letta, si dichiarava invece ancora fiducioso. Ma tutto questo avviene dopo che per giorni si è discusso sul “lodo Violante”, con reazioni quasi rabbiose nella base del Partito democratico; sulle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, che sembrano un’apertura per una soluzione di quello che ormai è diventato il “caso Berlusconi”, e sull’interpretazione della legge Severino.



Per tutta la giornata di ieri la Borsa di Milano è andata male, pagando più delle altre piazze. E immediatamente si è ricollegato questo calo più vistoso alla nuova instabilità politica italiana, ai “venti” di una crisi che sembra quasi inevitabile nel momento in cui dovesse decadere Berlusconi.

Se si chiede agli esponenti del Pdl come sia la situazione politica italiana in questo momento, ci si sente rispondere che la domanda dovrebbe essere rivolta agli esponenti del Partito democratico; oppure si dice – come fa il deputato Francesco Paolo Sisto con ilsussidiario.net – che non si può sapere se scatterà automaticamente una crisi di governo, e al tempo stesso si insiste sul fatto che la retroattività in campo penale non esiste: “Non esiste per la Costituzione, non esiste per la Corte dei diritti dell’uomo. Insomma, non esiste a Strasburgo ne da nessuna parte del mondo civile. Invece qui deve andare bene per Berlusconi”.



Ilsussidiario.net ha raccolto l’opinione di Giancarlo Galan, influente deputato del Pdl, ex governatore del Veneto.

Si è vicini alla crisi, onorevole Galan?

Ma guardi, la questione è veramente molto chiara e limpida. Se lei governa con un alleato che vota contro l’agibilità politica del suo leader, che cosa ci si può attendere come risposta? Qui si stanno facendo un mucchio di chiacchiere, c’è un grande polverone giornalistico su tutta la vicenda. Ma i termini della questione sono molto precisi, da molto tempo. E’ evidente che se il Pd vota per la decadenza di Berlusconi quale spazio di collaborazione rimane?

 

Si fanno alcune distinzioni all’interno del Pd…

Ma queste distinzioni non esistono. Non ci sono “falchi” e “colombe”, o altre metafore da inventare. Qui si tratta solo di vedere se si vuole continuare una collaborazione di governo. E per questo non è proprio possibile eliminare il leader di un alleato. E’ per questa ragione che alla fine la domanda sulla possibilità o meno della durata del Governo non deve essere chiesta a noi, ma piuttosto al Pd, ai suoi esponenti. Sono loro che si devono assumere una responsabilità.

 

(Gianluigi Da Rold)