Che tra Napolitano e Berlusconi ci siano dei rapporti costituiti anche da promesse, reciproche garanzie e compromessi che esulano dai rapporti di mera rappresentanza formale, lo sanno anche i sassi. Certo, parlare di trattative sottobanco sarebbe un azzardo che, oltretutto, evocherebbe chissà quali sospetti circa l’esercizio improprio delle attribuzioni del capo dello Stato o di un’illecita forzatura della Costituzione. Diremo, quindi, semplicemente che Napolitano si sta muovendo nell’ambito della politica, la quale, negli ultimi tempi, gli ha attribuito un compito che essa non è stata in grado di compiere. Tutto questo, per dire che la sua preoccupazione circa l’eventuale crisi non è un semplice monito. Non in questa fase. Il commento del costituzionalista Stelio Mangiameli.



Lei come ha interpretato il messaggio di Napolitano?

Il presidente della Repubblica, al di là del suo ruolo che lo rende la persona italiana più autorevole, è l’unico in grado di operare una certa moral suasion nei confronti dei soggetti politici. Per questo, quando parla, non lo fa a caso. E, questa volta, si è rivolto a entrambe le parti.



Partiamo dalla destra.

In sostanza, con il suo messaggio ha suggerito a Berlusconi di affrontare la situazione con uno spirito diverso. Ha compreso, cioè, la condizione di disagio in cui si muove. Precisando che il suo vero ruolo politico, che va salvaguardato e non interrotto, è proprio quello che sta esercitando garantendo la sopravvivenza del governo. D’altro canto, Berlusconi ha contribuito alla rielezione di Napolitano e alla nascita del governo e destabilizzare l’ordine proprio in questa fase rappresenterebbe, oltre che un’enorme contraddizione, il suo più grande errore. Inficerebbe, cioè, quell’agibilità politica che sostenendo il governo sta in realtà esercitando.



Qual era, invece, il messaggio per il Pd?

Ha fatto presente al partito che non è il caso di esacerbare i toni, o di frastagliarsi in lotte intestine perché il Quirinale non sta lavorando ad alcuna alternativa al governo Letta. Non ci sono maggioranze eterodosse all’orizzonte. Così dicendo, Napolitano protegge lo stesso Pd. Il quale è a un passo dell’implosione e la cui eliminazione, come ho scritto su queste pagine, è auspicata da quanti vorrebbero avere il campo libero per tornare a fare buoni affari in Italia. In sintesi, la visione conservativa di Napolitano, che contempla questa maggioranza, questo Pd, e un ruolo per Berlusconi, è volta a preservare la politica nazionale e la struttura economica del Paese. 

Renzi e parte del Pd, molti italiani, e, a fasi alterne, Berlusconi, vogliono le elezioni anticipate. Non è legittimo?

Dobbiamo ricordare che il Pd, pochi mesi fa, non è stato in condizione di esprimere un governo né un presidente della Repubblica, e che è stato mediato in tutte le operazioni istituzionali da Berlusconi. In questa fase, quindi, chi se non le due forze congiunte hanno qualche chance di fare politica? Se si formasse una maggioranza attorno a Renzi, e un’opposizione attorno agli epigoni di Berlusconi, il Paese, in breve tempo, sarebbe sfiduciato dai mercati e dell’Europa.

 

Crede che Napolitano abbia dato delle garanzie a Berlusconi?

Il presidente della Repubblica non si occupa di promesse o garanzie, ma dell’unità del Paese. In tal senso, ha costruito una maggioranza, e ha invitato il governo a lavorare. Lo scenario delineato dal presidente, cui Berlusconi sembra intenzionato ad aderire, è semplicemente quello migliore per il Paese. E per lo stesso Berlusconi.

 

(Paolo Nessi)