“La battaglia giudiziaria per l’annullamento delle elezioni regionali in Piemonte è ancora tutta da giocare. Dopo il ricorso di Cota, il Consiglio di Stato sospenderà la sentenza del Tar in attesa del secondo grado”. A spiegarlo è Aldo Loiodice, avvocato e professore di Diritto costituzionale all’Università di Bari. Il Tar del Piemonte ha accolto il ricorso dell’ex governatore di centrosinistra, Mercedes Bresso, e ha annullato le elezioni regionali del 2010. Roberto Cota aveva superato la candidata del Pd di soli 9mila voti. Le firme false della Lista dei Pensionati per Cota di Michele Giovine, che aveva ottenuto 27mila preferenze, hanno convinto il Tribunale amministrativo a invalidare l’intera votazione. Cota ha annunciato però che farà ricorso in secondo grado.



Ci può spiegare da un punto di vista tecnico quali sono le conseguenze della sentenza del Tar?

La sentenza del Tar è esecutiva e quindi la Regione si trova sprovvista del presidente della giunta. Il governo dovrebbe ora nominare un commissario, ma l’appello di Cota al Consiglio di Stato riapre la partita. In genere in questi casi così gravi il Consiglio di Stato concede con decreto una sospensiva, che di fatto blocca l’applicazione della sentenza del Tar in attesa del giudizio di secondo grado. Il tribunale amministrativo nel frattempo ha un mese di tempo per pubblicare le motivazioni. Quindi in teoria potrebbe succedere che Cota decada immediatamente, ma in pratica non succederà nulla di tutto ciò. Bisognerà aspettare che il Consiglio di Stato si pronunci quantomeno sulla richiesta di decreto.



In caso di sospensiva il Consiglio regionale e la giunta continueranno a operare nel pieno delle loro funzioni?

Sì, se il Consiglio di Stato concede la sospensiva ciò fa sì che è come se non ci fosse il dispositivo, e quindi gli organi regionali continuano ad avere pieni poteri.

Quali saranno le conseguenze se in secondo grado dovesse essere confermata la sentenza del Tar?

In questo caso il Consiglio regionale è sciolto e si nomina una commissione straordinaria che amministrerà la Regione fino alle elezioni. Molto però dipenderà dalle motivazioni della sentenza del Tar, che saranno rese note nei prossimi giorni. La differenza di voti tra Cota e la Bresso alle Regionali 2010 è stata di 9mila voti. Il Tar ha impiegato quattro anni per arrivare a una sentenza in quanto si è resa necessaria un’istruttoria, con un esame di tutte le schede una per una e probabilmente la differenza di voti non è stata confermata. Può darsi quindi che la Bresso abbia più voti e in questo caso le elezioni sono da rifare.



E’ possibile che l’annullamento alla fine riguardi solo la lista “Pensionati per Cota”?

No, il dispositivo del Tar annulla l’intera elezione regionale 2010 considerandola falsata nel suo complesso. Se c’è una lista che è irregolare, quest’ultima modifica l’intero risultato delle elezioni perché gli elettori anziché per “Pensionati per Cota” avrebbero potuto votare per il Pd. Le votazioni sono dunque falsate e bisognerà rifarle. Non basta cioè annullare solo l’elezione relativa al consigliere Sara Franchino, che si era candidata nella lista “Pensionati per Cota”. Il ricorso di Mercedes Bresso, aveva chiesto l’annullamento totale, e dunque un suo accoglimento da parte del Tar lascia presumere che si dovranno rifare le intere elezioni.

 

Se il Consiglio di Stato dovesse confermare l’annullamento delle elezioni, le tasse approvate dal Consiglio regionale saranno comunque valide?

Se le tasse sono state approvate con legge rimangono valide. Lo stesso discorso si applica inoltre per le delibere di giunta. Per tutti i provvedimenti finiti, siano essi leggi, decreti o regolamenti, gli atti restano validi e quindi non decadono. Il principio del “funzionario di fatto” prevede che quando qualcuno, pur senza averne pienamente titolo, svolge un ruolo pubblico, le sue decisioni siano assistite dalla presunzione di legittimità. Ciò vale anche per il presidente Cota e per i consiglieri regionali del Piemonte, a prescindere da quella che sarà la decisione del Consiglio di Stato.

 

I partiti dovranno restituire i rimborsi elettorali?

Assolutamente no. Intascano quelli che hanno preso finora e, nel momento in cui si svolgono nuove elezioni, prenderanno altri rimborsi elettorali.

 

(Pietro Vernizzi)