E’ ormai una sorta di bollettino di guerra l’elenco degli arrestati, dei costretti ai domiciliari, degli indagati, degli avvisati di garanzia nel mondo della politica quello che va in onda ogni giorno. Martedì è arrivata la notizia che un uomo nuovo della segreteria del Pd, Davide Faraone, è uno degli 83 deputati regionali della scorsa legislatura e che assieme a 14 consulenti e dipendenti del Parlamento siciliano sono finiti sotto inchiesta per peculato. Attualmente Faraone non è solo un nuovo deputato alla Camera del Pd, ma è anche il responsabile del settore Welfare e scuola nella nuova segreteria del Pd scelta da Matteo Renzi, il cosiddetto “grande rottamatore”. Naturalmente si è subito sollevato un dubbio sul silenzio di Renzi rispetto a una simile questione.



Poi è arrivata un’altra notizia, da Firenze: “Infiltrazioni della camorra, sei arresti. Due ditte lavoravano anche per gli Uffizi”. Anche in questo caso scatta un “sospetto di sponda”, perché Matteo Renzi è sindaco di Firenze. Le forzature di sospetto sono evidenti, ma in questi venti anni di seconda Repubblica, forzature ne sono state fatte tante e poi il tritacarne di quello che alcuni hanno chiamato l’apparato “mediatico-giudiziario” ha fatto il resto.

Si può dire che in futuro anche Matteo Renzi rischi di entrare in questo gioco infernale? Piero Sansonetti è un giornalista legato storicamente alla sinistra, ma con una grande indipendenza di giudizio. Le critiche che Sansonetti ha riservato alla magistratura e al sistema dell’informazione, a quello che si può definire appunto apparato “mediatico giudiziario”, sono sempre state molto decise e anche molto dure.

Sansonetti, lei ritiene che queste notizie possono mettere in difficoltà un personaggio emergente come Matteo Renzi? 

Non credo proprio. Per dirla tutta, alla mia maniera, posso affermare che Renzi sarebbe in grado di sostenere al momento dieci avvisi di garanzia senza essere scalfito nella sua popolarità.

Lo ritiene quasi in una botte di ferro, da quanto capisco.

Il problema non è solo quello della magistratura, che ovviamente conta e quanto conta lo sappiamo tutti. Il problema sono i giornali, che quando non hanno interesse a centrare un bersaglio, non ne parlano. Quanti esempi potremmo fare di questo tipo? Parecchi, direi.

Al momento Matteo Renzi godrebbe quindi di “buona stampa”? 

Basta guardare il rapporto che si intravede tra il nuovo segretario del Pd e Repubblica. Mi pare proprio che si possa dire che Renzi vada bene, molto bene, a Carlo De Benedetti. E poi al rapporto che esiste con alcuni poteri, come quello della famiglia Agnelli. Anche in questo caso non vedo alcun problema per Renzi.

Sembrerebbe quindi inattaccabile dalla “macchina del fango”.

Mah, se Renzi dovesse temere qualche cosa dovrebbe guardare all’interno del suo partito, cioè a Massimo D’Alema. Tuttavia non mi sembra che D’Alema abbia possibilità di attacco giudiziario e mediatico.

 

E all’esterno del partito?

Qualcuno potrebbe pensare a Silvio Berlusconi, che lo teme e quasi lo vorrebbe con lui, probabilmente. Ma non credo proprio che in questo momento Berlusconi possa muoversi, soprattutto per quanto riguarda il versante giudiziario. E poi, credo che verso Renzi il Cavaliere mostri una certa ambiguità di atteggiamento e forse non ha interesse ad attaccare Renzi.

 

Al momento quindi è solamente un falso problema, soprattutto se si pensa all’affare Faraone. 

Direi proprio che il problema per Renzi non esiste. Al momento, naturalmente. Poi, in seguito, si vedrà. Le vicende di questi anni hanno riservato tante sorprese che nessuno può prevedere quello che può avvenire in futuro nella carriera di un uomo politico…

 

(Gianluigi Da Rold)