“E’ giusto parlare anche con Berlusconi, ma non si può trattare solo con Berlusconi. L’accordo sulla legge elettorale non può prescindere da tutti i partner di maggioranza, incluso Alfano. Il Nuovo Centro Destra e Forza Italia sono forze diverse che hanno anche delle prospettive strategiche diverse. Pensare che siano intercambiabili ai fini di un’intesa sarebbe un errore ”. Lo afferma l’ex presidente della Camera, Luciano Violante, a proposito del dibattito sulla riforma del sistema di voto. In un’intervista uscita ieri su Ilsussidiario.net, il ministro per le Riforme istituzionali, Gaetano Quagliariello, aveva sottolineato che “Mattarellum modificato e modello spagnolo sono difficilmente attuabili in quanto non darebbero il risultato di un vincitore e di uno sconfitto se non al costo di una forzatura che le renderebbe incostituzionali come il Porcellum”.



Davvero il sistema “dei sindaci” è l’unico a essere compatibile con le motivazioni della Consulta?

No. Sono compatibili tutti e tre i sistemi proposti da Renzi. Ma dobbiamo usare i termini appropriati e parlare di sistema elettorale con secondo turno, perché l’espressione “sindaco d’Italia” fa pensare a un’elezione diretta del presidente del consiglio come avviene per il sindaco. Invece non è così, perché non è votato e  continuerà comunque ad avere bisogno della fiducia del Parlamento. In secondo luogo ciò che non comporta le preferenze, cioè la libertà di scelta del singolo parlamentare da parte dell’elettore, diventa tutto sommato un lifting alla legge Calderoli. Il vero problema è che tanto con il modello spagnolo quanto con i collegi uninominali, previsti per esempio dal Mattarellum, sono le leadership dei partiti a decidere chi debba entrare in Parlamento.



Che cosa ne pensa invece della questione del premio di maggioranza?

Ritengo che la vera questione non sia quella relativa al premio di maggioranza bensì al secondo turno, che è una cosa ben diversa.

Quindi lei è d’accordo con il ministro Quagliariello sul fatto che il sistema preferibile sia quello che prevede un doppio turno di coalizione?

Il sistema per il quale sono a favore prevede uno sbarramento al primo turno del 4/5%. Se un singolo partito riesce da solo a ottenere il 45% dei voti gli si attribuisce il 55% dei seggi, altrimenti si va al ballottaggio tra i primi due. Chi vince precede ilo 55% dei seggi. A questo sistema aggiungerei un doppio voto di preferenza, con la seconda preferenza di genere diversa rispetto alla prima.



Renzi e Letta alla fine riusciranno a trovare un accordo sulla questione della legge elettorale?

Giovedì nella direzione del PD, Renzi ha parlato giustamente non solo di legge elettorale ma anche di riforme costituzionali, bicameralismo e Titolo V. Su questo programma si può certamente raggiungere un’intesa con il presidente del Consiglio. D’altra parte sarebbe assurdo che il governo  non abbia il sostegno del partito che rappresenta l’80% della sua maggioranza. Credo quindi che l’intelligenza prevarrà.

Renzi però ha detto che Letta non si fida di lui. E’ davvero una frase da prendere alla leggera?

Guardi, le tensioni sono inevitabili, soprattutto quando ci sono due personaggi di primo piano che tanto sulla scena politica quanto sulla scena dei mezzi di comunicazione sono oggettivamente concorrenti tra di loro. Il problema non è però solo quello di prevenire le tensioni, ma  quando queste si verificvano ci si in pegni a superarle il prima possibile.

 

Lei che cosa ne pensa del fatto che Renzi parla con Berlusconi?

Berlusconi è comunque il leader del secondo partito politico, è chiaro quindi che Renzi deve parlare anche con il Cavaliere, non solo con lui, così come parla con tutti coloro che vogliono partecipare all’elaborazione della legge elettorale. L’importante è che non si faccia una legge elettorale “contro” qualcuno, cioè contro gli alleati di governo. Credo che questa sia una pre-condizione che vada salvaguardata, poi si parli con chi si vuole.

 

Una parte consistente del Pd ha detto di preferire un accordo con Alfano anziché con Berlusconi. Lei che cosa ne pensa?

La gestione dell’accordo spetta al segretario del partito, quindi è inutile che ciascuno di noi si metta a discettare sulle cose da fare o da non fare. Certamente un’intesa non può prescindere dai partner di maggioranza, perché in questo modo non si fa l’intesa né si tiene in piedi il governo, e si andrebbe a votare tra tre mesi con la legge prodotta dalla Corte costituzionale.

 

Quindi dal punto di vista del significato politico un accordo con Alfano o con Berlusconi non sono equivalenti?

No, sono forze diverse che hanno anche prospettive strategiche diverse. Tra l’altro una sta alla maggioranza e l’altra all’opposizione. Fermo restando che fa bene Renzi a parlare con tutti, anche con Berlusconi, nelle modalità che riterrà, credo che sarebbe sbagliato fare un accordo soltanto con il Cavaliere. Dal momento che Renzi dice che la legge elettorale va fatta con tutti, va fatta anche e soprattutto insieme a quelli che sono parte del governo.

 

Renzi ha paragonato il caso Di Girolamo al caso Idem. E’ davvero la stessa cosa?

Francamente non sono ancora riuscito ad approfondire il caso Di Girolamo né a comprenderne le sue vere dimensioni. Ieri il ministro ha presentato una serie di dati che potranno essere valutati da chi si occupa di queste cose. Ho apprezzato la ministra Idem per la schiettezza e la sobrietà del suo comportamento.

 

Quindi è presto per dire se il caso Di Girolamo sia stato strumentalizzato?

Occorrerebbe avere la possibilità di valutare bene le cose che ha detto ieri il ministro Di Girolamo. Per rispondere nel dettaglio ci sarebbe bisogno di conoscere atti che io non ho studiato. Non intendo quindi esprimermi su cose per le quali non ho  conoscenze adeguate.

 

(Pietro Vernizzi)