Matteo Renzi presenta “Italicum”, il nuovo modello di legge elettorale che non riserva particolari sorprese rispetto alle indiscrezioni già emerse nelle ultime ore: “A me sarebbe piaciuto un sistema spagnolo secco – ha detto il segretario Pd – ma ci è stato chiesto di evitare una frattura della maggioranza che sostiene il governo. Abbiamo proposto perciò un modello, che potremo chiamare ‘Italicum’, che prevede una ripartizione nazionale e non su circoscrizioni. Abbiamo detto no al potere di ricatto dei partitini. Sì a un percorso per cui chi vince lo faccia con una maggioranza solida”. Oggi, ha aggiunto Renzi, “facciamo le regole con Berlusconi per evitare di farci un governo in futuro. E proponiamo l’assegnazione di un premio di maggioranza che porti al 53% al minimo, al 55% al massimo e che sia assegnabile se si ottiene almeno il 35%”. Quindi, ha precisato, “si parla di un premio che sia al massimo del 18%”.
Con un omaggio a Claudio Abbado, direttore d’orchestra e senatore a vita scomparso oggi, si è aperta a Roma la direzione nazionale del Partito Democratico. Dopo una breve introduzione di Gianni Cuperlo, ha preso la parola il segretario Matteo Renzi: “Paradossalmente quello che è in discussione non è semplicemente una modalità con cui stiamo insieme, noi stiamo discutendo di qualcosa in più: stiamo cercando di recuperare la dignità perduta”, ha esordito il sindaco di Firenze, secondo cui “dopo poco più di un mese proponiamo un accordo su cui chiediamo un voto della direzione e che trasferiamo ai gruppi parlamentari. Il Pd dice agli italiani: questa è una proposta concreta che si può realizzare con tempi certi”. Renzi ha quindi fissato una data: “Entro il 15 febbraio il Pd presenterà un ddl costituzionale”. Il leader democratico ha poi ribadito l’importanza del superamento del bicameralismo perfetto e quindi “del Senato così come lo conosciamo. Una riforma che non parte solo dalla riduzione dei costi della politica. Il bicameralismo perfetto mostra oggi i suoi limiti. E’ tutto tranne che perfetto”.
Verrà presentato questo pomeriggio, durante la direzione nazionale del Pd che si riunisce alle 16 presso la sede di via Sant’Andrea della Fratte a Roma, il nuovo modello elettorale su cui hanno trovato l’accordo Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, insieme al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Si chiama “Italicum” e dovrebbe prevedere il 20% di seggi in più alla coalizione che ottiene almeno il 35% delle preferenze, così da far raggiungere il 55% dei seggi e garantire la governabilità. Non si placano però le polemiche dopo il recente colloquio tra il segretario del Pd e il leader di Forza Italia, avvenuto sabato al Nazareno: “L’accordo non è stato fatto dal Pd, che si dovrà esprimere, ma dal segretario Renzi. Mi sono un po’ vergognato come dirigente del Pd nel vedere l’incontro di Renzi con Berlusconi. E’ stato un errore politico – ha detto ai microfoni di SkyTg24 l’ex viceministro all’Economia Stefano Fassina – Andava certo coinvolta Forza Italia, ci sono i capigruppo e non dovevamo certo rilegittimare il Cavaliere per la terza volta, dopo che c’è stata una sentenza di condanna”. Parzialmente soddisfatto invece Angelino Alfano che, intervenuto alla trasmissione “In mezz’ora” su Raitre, ha ribadito la posizione di Ncd: “Noi proponiamo indicazione del premier, possibilità di formare coalizioni, sbarramento al 4 o 5% e un Parlamento di non nominati: quindi no a liste bloccate e sì alla possibilità dei cittadini”. Secondo Alfano, “Berlusconi voleva far cadere il governo ma è tornato indietro e si è incontrato col Pd, ritenuto fino a ieri il partito dei suoi carnefici. C’è stato il tentativo di far passare il bipartitismo, non il bipolarismo, per soffocare Ncd nella culla. Non ci sono riusciti. Ora festeggiamo il nostro primo successo”.