Doppio turno di coalizione contro le larghe intese. Sarebbe questo il “cuore” del testo della legge elettorale che Matteo Renzi presenterà oggi pomeriggio durante la direzione nazionale del Pd in programma alle 16 a Roma. Secondo quanto appreso da Repubblica.it, verrà anche introdotta la possibilità di un ballottaggio tra le due coalizioni che ottengono più voti: se nessuna delle due dovesse raggiungere il 35% delle preferenze (utile per ottenere il premio del 15%), si farà ritorno alle urne due settimane dopo per assegnare il bonus che consegna una maggioranza certa alla Camera e quindi la governabilità. Proprio questo ballottaggio evita di fatto quanto accaduto nel febbraio scorso, quando l’esito elettorale ha inevitabilmente portato alle larghe intese.



Si riunisce oggi la direzione del Partito democratico per ratificare, eventualmente, la proposta del segretario alla luce del discusso incontro di sabato con Silvio Berlusconi. Il partito sembra spaccato tra la minoranza che fa capo a Fassina e ai bersaniani contrari all’accordo con il leader di Forza Italia e la maggioranza renziana. Il sindaco di Firenze ha in mente una modifica, probabilmente per accontentare gli oppositori, all’accordo  stipulato sabato e cioè la modifica del premio di maggioranza. La paura sostanziale di molti, Alfano in primis, è che l’accordo miri a un bipartitismo che elimini dal parlamento i partiti minori. C’è poi un punto molto discutibile: l’ipotesi in cui nessuna coalizione dovesse superare la quota minima prevista per accedere al premio (ancora da fissare tra il 35, il 37 o il 40 per cento) cosa significherebbe? Renzi ovviamente non vuole una ripartizione proporzionale dei seggi.

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