Aria sempre più tesa dentro al Pd, a rischio spaccatura dopo l’intesa fra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale. La minoranza che fa capo a Cuperlo infatti sin dal primo momento ha detto chiaramente di non aver gradito l’intesa e ieri durante l’incontro della segreteria del partito lo si è anche visto chiaramente. E successo infatti che mentre Renzi stava parlando, il presidente del partito Cuperlo ha preso e se n’è andato via. Per quale motivo? A sentire Cuperlo, Renzi gli ha rivolto “un attacco grave e personale”. Renzi cerca inutilmente di ricomporre la situazione, dicendogli che invece di andare via avrebbe preferito sentirlo parlare: “Gianni, avrei voluto sentirti parlare di preferenze quando vi siete candidati nel listino senza fare le primarie…”. Battuta infelice che scatena ancora di più le ire del presidente e anche dei bersaniani presenti. Ecco che Fassina si alza in piedi e urla: inaccettabile! I 34 che poi si asterranno sul voto alla proposta renziana si ritroveranno dopo per cercare di convincere Cuperlo a non dare le dimissioni. Si decide di non dare le dimissioni: Renzi, dicono, avrebbe provocato apposta per ottenere quel risultato. Stamane sembra che le acque si siano calmate, ma la minoranza Pd chiede che la riforma renziana, l’Italicum, sia sottoposta ad alcune modifiche comunque: “La proposta non è ancora convincente, non garantisce rappresentanza adeguata né ragionevole governabilità co le liste bloccate non permette agli elettori di scegliersi i parlamentari” dicono.