Dopo un primo rallentamento, il testo dell’Italicum è stato finalmente depositato in Commissione. Entro venerdì è in programma il voto per l’adozione del testo base, mentre nelle 48 ore successive verranno presentati gli emendamenti per eventuali modifiche. La legge arriverà in Aula il 29 gennaio e le votazioni finali avranno inizio il 30 e proseguiranno il 31. In quei due giorni, durante lo scrutinio segreto, Matteo Renzi capirà effettivamente con quanti “franchi tiratori” dovrà fare i conti. Eliminata (almeno per il momento) la clausola “salva-Lega”, una sorta di deroga alla soglia di sbarramento nazionale per evitare l’esclusione dal Parlamento dei partiti più piccoli a vocazione territoriale, il terreno di scontro torna ad essere quello delle preferenze. Pur avendo sottoscritto il testo, il Nuovo Centrodestra continua a chiederle a gran voce: “Abbiamo sottoscritto il testo per consentire il rispetto dei tempi relativi all’avvio dell’iter di una riforma indispensabile che gli italiani ci chiedono”, ha detto Renato Schifani, “ma sul punto nodale delle preferenze presenteremo con convinzione le nostre proposte di modifica”. La pensano diversamente gli esponenti di Forza Italia, convinti che durante il voto prevarrà il patto siglato sabato scorso tra Silvio Berlusconi e il segretario del Pd. Abbiamo chiesto ulteriori aggiornamenti a Francesco Paolo Sisto (Forza Italia), presidente della I Commissione della Camera e relatore della legge elettorale.
Onorevole Sisto, mercoledì inizierà la discussione in Aula sul testo. Quali sono stati gli ultimi nodi da sciogliere prima del via libera?
Ho presentato un testo base che, come ho già detto, rappresenta un progetto di massima accurato. Il rispetto che c’è per il lavoro della Commissione e poi per quello dell’Aula deve permettere che questo testo base abbia sì una filosofia di fondo, che poi è quella stabilita dall’asse Berlusconi-Renzi, ma proprio su questa è poi necessario innestare le riflessioni della Commissione ed evitare di arrivare in Aula con un testo chiuso. Tutto ciò che è precostituito non è democratico e non è in linea con i percorsi formativi della volontà parlamentare. Senza dubbio sono presenti alcuni punti di riferimento che io ho rispettato, verificando personalmente che questa progettualità fosse in linea con la sentenza della Consulta che ha bocciato il Porcellum.
Crede che i tempi verranno rispettati?
Il tempo a disposizione è inversamente proporzionale alla necessità che il provvedimento arrivi in Aula. Dobbiamo farci carico dell’obbligo di dare al Paese una legge elettorale, dunque bisognerà fare il possibile per raggiungere il risultato con tempi brevi anche se ovviamente non sarà un dibattito facile.
Sembra che al momento la cosiddetta clausola “salva-Lega” sia saltata. Potrebbe comunque essere riproposta in Aula al momento opportuno sotto forma di emendamento?
Nel testo base questa clausola non è mai esistita, quindi al massimo potrà esserci un’attività emendativa per riportarla all’attenzione della Commissione. Come dicevo non ci sono preclusioni: siamo disponibili ad ogni riflessione che i gruppi o i singoli parlamentari vorranno formulare.
Quali conseguenze si aspetta da questa decisione?
Ci sono diverse norme che potranno provocare delle conseguenze. La situazione è molto chiara: la filosofia del provvedimento privilegia le grosse coalizioni ed evita che il Parlamento dipenda da piccoli partiti composti da pochi deputati. Questa è una scelta di fondo che costituisce la caratteristica di questo provvedimento bipolarista.
Molti partiti non saranno d’accordo…
Ovviamente alcune misure possono piacere e non piacere, ma francamente resto dell’idea che le migliori transizioni sono quelle che scontentano un po’ tutti, ed è proprio questo il caso. Ci sono schieramenti contrari al turno di ballottaggio, altri alle preferenze, quindi è chiaro che ogni scelta comporterà elementi positivi e negativi per ciascuno. Ciò non toglie che ogni decisione verrà presa per il bene del Paese e in linea con i principi costituzionali.
Il Nuovo Centrodestra ha sottoscritto il testo ma ha promesso battaglia sulle preferenze. Cosa ne pensa?
Se un partito sottoscrive il testo base ci si aspetta che poi lo condivida, ma evidentemente può anche non essere così. Quella di Ncd è una posizione che politicamente può essere anche considerata corretta, ma anche in questo caso conteranno le decisioni di ciascun gruppo parlamentare. Forza Italia, ad esempio, ha espresso più di un dubbio sul turno di ballottaggio, eppure ha deciso di fare un passo indietro pur di raggiungere un risultato condiviso. Ripeto, siamo tutti un po’ scontenti, ma forse è proprio questo il modo per arrivare a un provvedimento efficace.
Non crede che le divergenze potranno rallentare l’arrivo in Aula del testo?
Mi auguro di no. Non sono spaventato dalle diversità di opinione, ma dal fatto che qualcuno ponga in essere delle condotte di rallentamento per non dare al Paese una legge elettorale. Su questo sarò molto severo.
Si aspetta contrasti sulle varie soglie di sbarramento?
Al momento non ho avvertito particolari polemiche su questo punto, nanche dai partiti più piccoli che sembrano averle accettate. C’è da dire che queste soglie hanno effettivamente una loro logica e che anche la scelta del 12% si è dimostrata decisamente oculata rispetto ad altri numeri che erano stati proposti.
Quanta opposizione si aspetta dai democratici cuperliani in Commissione?
Il segretario del Pd è il garante della tenuta del partito, quindi sarebbe estremamente grave se alcuni esponenti dovessero comportarsi in maniera diversa da quanto stabilito. In questo frangente Renzi ha dato prova di grande serietà e, avendo verificato la rapidità e la decisione con cui si è mosso e si muove tuttora su questo argomento, escludo che possa esserci nel Pd una fronda capace di metterlo in difficoltà. Se dovesse accadere, avrebbe una conseguenza molto più grave non sulla legge elettorale ma sull’intero assetto del Paese. Ciascuno dovrà quindi assumersi le sue responsabilità.
Chi invece ha già bocciato la proposta è il Movimento 5 Stelle. Come commenta gli ultimi attacchi di Grillo?
Nonostante le divergenze, in Commissione il Movimento 5 Stelle è sempre stato molto corretto. Quanto alle parole di Grillo, il mio personale parere è che nel dibattito ci vuole sempre civiltà: non ho nessuna difficoltà ad accettare ed eventualmente a replicare a un’opinione diversa dalla mia, ma le cose cambiano quando queste critiche diventano scorrette.
(Claudio Perlini)