Non è reato e il caso non sussiste: così ha sentenziato il giudice in merito a uno dei più famosi casi di cronaca degli ultimi anni, quello relativo alla lussuosa abitazione nei pressi del Colosseo di cui l’ex ministro Claudio Scajola si sarebbe ritrovato proprietario “a sua insaputa”. Nei fatti, gran parte della somma relativa all’acquisto dell’appartamento, secondo quanto da lui detto, era stata versata senza che lui ne fosse a conoscenza. Da qui l’indagine nei suoi confronti per violazione della legge sul finanziamento illecito dei partiti: una somma versata per ottenere i suoi favori, si era detto. Il primo sospettato, Diego Anemone, è stato prosciolto per prescrizione del reato. L’uomo era sospettato di essere stato lui a versare la somma mancante per l’acquisto della casa, operazione di cui Scajola si era sempre dichiarato a all’oscuro. 



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