“Renzi eviti di cadere nel tranello di Berlusconi, che in questo momento è tentato di approvare la legge elettorale per fare poi lo sgambetto al governo. E’ giusto trattare con il Cavaliere, ma bisogna evitare di dargli potere di vita o di morte sulla legislatura”. E’ l’auspicio di Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, che commenta così le frizioni tra il governo da un lato e l’asse Renzi-Berlusconi dall’altra. Per il segretario del Pd, se si affossa la legge elettorale è difficile pensare a uno spazio di speranza per questa legislatura. A chi vuol mettere i bastoni fra le ruote noi diciamo: ‘Andiamo avanti’”.
Qual è il senso dell’ultimatum di Renzi e a chi è rivolto?
E’ un modo per provare a mettere in riga quei parlamentari che hanno dichiarato l’interesse a emendare l’accordo e che lo contestano su alcuni punti, e in particolare sulle preferenze e sulle soglie di sbarramento. Il messaggio di Renzi è che se a furia di tirare la corda faranno saltare tutto, a quel punto potrebbe scattare la crisi, in quanto la legislatura non avrebbe più senso. E’ lo spauracchio dello scioglimento che da sempre spaventa i peones. Paradossalmente è usato proprio da Renzi, colui che era accusato di spingere per il voto, mentre ora dice che se non si applica l’accordo con Berlusconi allora realmente si va al voto.
Come vede la contrapposizione tra l’asse Renzi-Berlusconi e quello Letta-Alfano?
La legge elettorale e le riforme costituzionali rappresentano materie che non sono strettamente parte del programma di governo. Non dimentichiamoci che nel patto ci sono anche due grandi modifiche della Costituzione che richiederanno maggioranze di due terzi e doppia lettura di entrambe le Camere. L’intesa Renzi-Berlusconi va certamente a scapito delle priorità di Letta e Alfano, i quali vorrebbero le preferenze. La maggioranza formata in Parlamento dall’accordo tra il Cavaliere e il segretario del Pd non si curerà dunque di quanto vorrebbero fare premier e vicepremier.
Alfano ha evitato la fine anticipata della legislatura. Non è un paradosso che ora sia messo nell’angolo?
Renzi e Berlusconi hanno creato un sistema che sembra fatto apposta per evitare in futuro tutte quelle contestazioni, separazioni, scissioni, che ci possono essere nei due partiti e quindi anche in quello di Alfano. Anche se dovesse decidere di andare in coalizione, se vuole entrare in Parlamento il Nuovo Centro Destra dovrebbe raggiungere comunque il 5%. La nuova legge elettorale prevede che un singolo partito possa portare voti a una coalizione e farle vincere il premio di maggioranza, ma rimanere escluso dal Parlamento. In questo modo si portano voti al partito più grande, ma non si ottiene nulla per sé. Questo aspetto è l’inevitabile prezzo da pagare alle riforme. Ma bisogna fare in modo che non diventi la scusa di Berlusconi per avere il potere di vita o di morte sul governo. Berlusconi è rientrato nel gioco con le riforme istituzionali, ma ciò non vuol dire che abbia ripreso quel ruolo determinante che è stato scippato dalla scissione di Alfano. Il potere di vita o di morte però ce l’ha Renzi.
Non c’è il rischio che per il segretario del Pd conti di più l’asse con Berlusconi del futuro del governo?
Questo rischio esiste sempre. Proprio per questo dico che Renzi deve stare attento a non riconsegnare questo potere di vita o di morte nelle mani di Berlusconi. Da un lato Renzi non lo ha fatto perché si è garantito che il patto prevedesse anche le riforme costituzionali. Queste ultime escludono di per sé che il governo cada di qui a primavera, perché l’iter necessario richiede un anno o un anno e mezzo di tempo. Da un certo punto di vista Renzi si è quindi garantito. Sappiamo però che in passato Berlusconi ha fatto delle “alzate di testa”. Come ha fatto capire Brunetta domenica, una volta approvata la legge elettorale una parte di Forza Italia potrebbe essere tentata di fare cadere il governo. Se ciò avvenisse per Renzi sarebbe un grave smacco, e questo è quindi un rischio rispetto a cui stare attento.
(Pietro Vernizzi)