Matteo Renzi risponde a Stefano Fassina, l’ormai ex viceministro dell’Economia che ha accusato il segretario del Pd di “avere una visione padronale del partito”: “Non me ne ero accorto – ha scritto poco fa su Facebook il sindaco di Firenze – quando si trattava di confermare i capigruppo o di scegliere il presidente dell’assemblea o di tenere aperta la segreteria anche a persone non della maggioranza. Certo, a differenza di quello che avrebbe fatto la politica tradizionale il primo mio gesto non è stato chiedere il rimpasto, come Fassina mi ha chiesto su tutti i giornali”. Se il viceministro all’Economia “si dimette per una battuta, mi dispiace per lui – prosegue Renzi – Se si dimette per motivi politici, grande rispetto: ce li spiegherà lui nel dettaglio alla direzione PD già convocata per il prossimo 16 gennaio raccontandoci cosa pensa del Governo, cosa pensa di aver fatto, dove pensa di aver fallito. Lo ascolteremo tutti insieme con grande attenzione, così fa un partito serio”. Poi il leader democratico conclude: “Quanto a me, non cambierò il tono dei miei incontri con la stampa. Mai. Non diventerò mai un grigio burocrate che non può scherzare, non può sorridere, non può fare una battuta. La vita è una cosa troppo bella per non essere presa con leggerezza. Starò sempre in mezzo alla gente, continuerò a fare battute e a riceverle, ma mettendo al centro il patto con gli elettori, non gli equilibri dei dirigenti”.
Non sono evidentemente piaciute le parole (alquanto irrispettose in verità) pronunciate oggi in conferenza stampa da Matteo Renzi al suo riguardo. E così Stefano Fassina ha già presentato a Enrico Letta le sue dimissioni irrevocabili. Ecco la motivazione espressa dallo stesso Fassina: “Le parole del segretario Renzi su di me confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Non c’è nulla di personale, è questione politica. Un dovere lasciare per chi, come me, ha sostenuto un’altra posizione”. Ma ecco cosa era successo oggi in conferenza stampa. Alla domanda di un giornalista che chiedeva di un possibile rimpasto di governo, al momento di pronunciare il nome di Fassina, il sindaco di Firenze lo aveva interrotto e sorridendo aveva detto: “Fassina chi?” chiudendo così il dialogo ed esprimendo un chiaro giudizio sul collega di partito. Fassina ha fatto notare come adesso sia responsabilità di Renzi proporre al governo e agli incarichi di partito esclusivamente uomini e donne appartenenti alla sua linea, perché questo è il mandato che gli è stato dato con la sua elezione a segretario. Da parte di Enrico Letta al momento non ci sono ancora reazioni.