Sul governo pende più di un semplice punto interrogativo, oltre alla spada di Damocle rappresentata da Matteo Renzi. Il segretario del Pd forza i temi e detta l’agenda; oltre al piano per rilanciare il lavoro, ha indicato tre punti sui quali, dice, non si può più aspettare: una riforma elettorale che dia (finalmente) governabilità al Paese, la depenalizzazione della Bossi-Fini e, infine, le unioni civili per le coppie omosessuali. E su questi ultimi due punti è guerra con il Nuovo Centrodestra di Alfano, partner di Governo. Per cercare di capire quale sia la strategia del sindaco di Firenze, abbiamo contattato il giornalista e commentatore politico Paolo Franchi.
Matteo Renzi detta la linea e forza la mano: riforma elettorale (a tutti i costi), revisione della legge Bossi-Fini e unioni civili per le coppie omosessuali. Il Nuovo Centrodestra “subisce”…
È giusto analizzare insieme questi tre punti, ma per quanto riguarda la questione della riforma elettorale i tre possibili scenari indicati da Renzi vanno bene a tutti. Ecco, sul terreno della Bossi-Fini e (soprattutto) su quello dei diritti civili c’è ovviamente il problema – grande come una casa – di scontrarsi con Ncd e Alfano.
Qual è dunque la strategia del segretario Pd?
È ovvio come Renzi prema l’acceleratore su questioni che servono anche a conservare, rafforzare ed ampliare il consenso dei suoi confronti, andando a riconquistare quella parte di elettorato che non è andata a votare o quella parte degli elettori di area “dem” che sono confluiti verso il Movimento 5 Stelle.
A suo avviso, quindi, Renzi fa solo il suo mestiere…
Si, Matteo Renzi non fa altro che fare il segretario del suo partito. Quanto più fa bene il suo mestiere ponendo con forza, nell’agenda di governo, temi che reputa cruciali – e non dimentichiamoci, a proposito, il suo piano per il lavoro – più aggrava un problema già esistente che è quello, ovviamente, del rapporto con il governo e con l’ala del centro-destra.
Non potrebbe fare altrimenti?
Potrebbe stare lì a guardare il forte consenso ottenuto alle Primarie consumarsi – insieme a lui – poco a poco, a fuoco lento. Insomma, mi sembra francamente impossibile.
Cosa aspettarsi dunque: nuovi e costanti elementi di “tensione”?
Tutti i giorni propone – anzi ripropone – la sua agenda e, certo, continuerà a farlo. Ecco: è del tutto evidente che ogni giorno guadagnato dal governo Letta-Alfano comporti un piccolo segno meno davanti al suo consenso popolare. Questo è un dato obbiettivo.
Quindi Renzi ha un maggiore interesse nello sperare che questo governo faccia, ma non faccia benissimo?
No. Lui ha interesse a porre le sue questioni, basate sul senso comune del mondo che rappresenta e dell’elettorato che lo ha investito (oltre a rivolgersi anche tutti quelli esterni all’area Pd). Certo, bisogna chiedersi: fino a che punto questa corda può essere tirata? Ma, ripeto, è nel suo interesse farlo. Poi…
Dica.
Se poi il governo recepisce le sue istanze è solo meglio per Renzi.
Gli equilibri della maggioranza sono fragili, e non da oggi. Questi suoi tentativi di dare la scossa non sono più un modo per romperli? Perché ponendo determinate questioni a Ncd…
Certo, ma Renzi deve far valere il proprio programma pur sapendo benissimo di mettere il dito in una ferita aperta. Non riesco a capire, onestamente, cosa potrebbe fare altrimenti. Ha avuto un investitura popolare molto forte sia dal suo emisfero di riferimento, che da un altro “mondo”. Né Letta né Alfano hanno questa formidabile base di legittimazione.
In virtù della quale?
Allora: chi lo ha votato, nonostante siano state le Primarie del Pd, lo ha fatto per motivazioni più ampie. Incarna la speranza, l’innovazione e il cambiamento. Se non lui non rispettasse le aspettative e non tirasse la corda, il suo consenso crollerebbe con il tempo.
Si sente parlare di rimpasto…
Ecco, si è sentito dire che l’obbiettivo di Renzi è il rimpasto, ma io mi chiedo come gli possa venire in mente, in virtù di tutto quello che abbiamo detto, di fare un rimpasto. E in merito…
Prego.
L’altro giorno, mentre tutti i grandi quotidiani italiani parlavano di come lui fosse molto interessato a questa prospettiva del rimpasto, Renzi stesso (intervistata da La Stampa) affermava che per lui “rimpasto” è una parolaccia che non ha mai detto e tantomeno pensato (avendo, tra l’altro, ragione).
Lei che conosce bene Giorgio Napolitano, il Presidente della Repubblica come si pone innanzi a questo panorama politico, dove Renzi accelera i tempi e il governo è costruito sulla “strana” alleanza Letta-Alfano?
Il messaggio di fine anno mi è perso un po’ diverso da chi dice che Napolitano vuole difendere a spada tratta e a priori il governo. Ha fatto un discorso centrato sulle cose “del fare” lasciando all’esecutivo il compito di farle e di dimostrare, appunto, di essere in grado di farle. Poi che il presidente della Repubblica abbia come stella polare la stabilità è indiscutibile.
(Fabio Franchini)