Prosegue il botta e risposta tra Matteo Renzi e Stefano Fassina, l’ormai ex viceministro all’Economia che si è dimesso nei giorni scorsi dopo una battuta del segretario Pd. “Lui fa le battute ma io parlo con i documenti – ha detto Fassina in un’intervista al Corriere della Sera – Il Pd di Renzi rischia di comportarsi come il Pdl di Berlusconi negli ultimi mesi del governo Monti”. Il sindaco di Firenze, aggiunge, “ha il dovere di incidere sull’azione di Palazzo Chigi, ma non con caricature distruttive. La battuta è solo una forma”, nel senso che “Renzi è un uomo brillante e parla con le battute. Io sono un grigio burocrate e parlo con i documenti. Il punto però sono i contenuti di quello che viene detto. E Renzi con quella battuta ha mandato un messaggio chiarissimo, ponendo una questione irricevibile di dignità personale e politica”. L’ex viceministro ha quindi spiegato che, presentando le dimissioni, spera che “si possa sciogliere l’ambiguità della posizione della segreteria del Pd rispetto al governo. Un’ambiguità che fa male al Pd, al governo, all’Italia”. Fassina conclude dicendo di aver “posto una questione di coerenza a Matteo Renzi” perché coerenza “vuol dire che oltre alle idee, il segretario di una partito che è uscito dalle primarie con un consenso tanto forte dovrebbe mettere a disposizione anche le sue donne e i suoi uomini per il funzionamento del governo. Altrimenti c’è il rischio di dettare un’agenda al governo sempre più ambiziosa e poi scaricare soltanto sul governo il fallimento di quegli obiettivi eventualmente mancati”.



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