“Le mie dimissioni sono un sacrificio per un’assunzione collettiva di responsabilità”. Lo ha detto Stefano Fassina, ormai ex viceministro all’Economia, ai microfoni di Radio 24. Dopo il passo indietro, l’esponente Pd ha comunque fatto sapere che non andrà “a casa”, ma continuerà a dare il suo “contributo dalla Camera” e lavorerà “per una rifondazione culturale e politica del Partito democratico, perché credo che ce ne sia bisogno”. Secondo Fassina “c’è un’ambiguità che va sciolta. Vedo un atteggiamento che non è utile al Pd, al governo e all’Italia”, ma a suo giudizio i renziani “sono in difficoltà. Ma io non sono il capo dell’opposizione interna, ho solo posto un problema di rapporto tra Pd e governo”. Parlando poi dell’attuale segretario del Pd, l’ex viceministro ha spiegato che “Renzi giustamente e doverosamente chiede una svolta, perché ha avuto un mandato ampio dagli elettori che l’hanno votato al congresso: si spenda anche con alcuni uomini e alcune donne e per dare coerenza ai propri obiettivi”. Nei prossimi mesi, invece, Fassina vede “una difficoltà ad andare alle elezioni senza una legge elettorale votata dal Parlamento. Un governo Renzi subito mi pare complicato, dal punto di vista del quadro parlamentare”.