“Noi siamo pronti a sederci attorno a un tavolo con Renzi e a presentare una soluzione alternativa a saldo zero rispetto ai tagli alla sanità delle Regioni previsti dalla legge di stabilità”. Sono le parole di Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte e della Conferenza delle Regioni. I governatori sono sul piede di guerra dopo che il Consiglio dei ministri ha varato la nuova manovra, che di fatto mette le Regioni all’angolo costringendole ad aumentare le tasse locali. Anche se Chiamparino ha dichiarato che è pronto a dimettersi pur di non aumentare le tasse.
Oltre a dimettersi, che cos’altro è disposto a fare pur di non alzare le tasse?
Sono pronto a riorganizzare profondamente la macchina regionale e ad attuare il patto per la salute, che è già un piano di riduzione degli sprechi e delle spese superflue nella sanità. Ricordo che il patto per la salute è stato firmato dal governo ed è già in vigore. Il governo dovrebbe sapere che è un piano di riduzione della spesa. Oltre a questo, si tratta semplicemente di trovare delle modalità diverse da quelle proposte dal governo per recuperare i 4 miliardi che servono come concorso alla manovra. Noi riteniamo di essere in grado di fare una proposta che non è l’uovo di colombo e che consente di mantenere i 4 miliardi e al tempo stesso di evitare ricadute insostenibili.
Lei contesta l’entità dei tagli o il fatto che siano lineari?
Noi contestiamo il fatto che non si capiscono le modalità con cui i tagli sono attuati. C’è una dimensione molto pesante, che è destinata a ricadere inevitabilmente sulla sanità. Riteniamo che sia possibile, facendo un grandissimo sforzo per andare incontro al governo, rispettare sostanzialmente il livello dei tagli indicati, ma bisogna trovare delle altre modalità relative sempre alle Regioni.
Gutgeld ha detto: “Non capisco perché le Regioni si lamentano, i tagli previsti nella manovra sono di 2 miliardi contro un budget di 140 miliardi”. Lei che cosa ne pensa?
Il budget da 140 miliardi comprende tutte le spese delle Regioni, e inoltre i tagli non sono da 2 miliardi bensì da 4. Questi quattro miliardi si applicano su un budget che, se escludiamo le spese sanitarie, è pari in tutto a 30 miliardi. Bisogna quindi saper fare bene i conti. Trovo che l’affermazione di Gutgeld sia contraddittoria con il fatto che la stessa finanziaria dichiara che la sanità non va toccata.
Per Lorenzo Guerini, “chi spende di più è semplicemente chiamato a essere più virtuoso e a risparmiare. Vale per lo Stato e vale anche per le Regioni che hanno un’opportunità storica per contribuire a rimettere in moto il Paese”. E’ d’accordo con lui?
Sono d’accordo, vale per lo Stato, vale per le Regioni e vale per tutti.
Vuole dire che con la legge di stabilità a pagare sono solo le Regioni?
Se mettiamo insieme le Regioni, i Comuni e le Province, gli enti locali sono chiamati a pagare il peso maggiore. Non dimentichiamo che i tagli delle Regioni si ripercuotono poi sui Comuni e quelli sulle Province finiscono per gravare sulle Regioni. E’ un meccanismo perverso.
Ma le Province non sono state abolite?
Le Province hanno ancora delle competenze significative in materia di viabilità, edilizia scolastica e sgombero neve.
Siete pronti a organizzare delle proteste eclatanti?
No. Ho testé firmato insieme al sindaco Fassino e al presidente delle province una lettera di richiesta per un incontro urgente con il presidente Renzi. Non siamo qui per fare talk show, vorremmo cercare di risolvere il problema e la soluzione non è così distante come può apparire dalle dichiarazioni.
Renzi ha detto che accetterà solo proposte a saldo zero. Ce la farete?
Bisogna che ne parliamo. Presenteremo una soluzione che sostanzialmente rispetterà il livello dei tagli proposti, o quanto meno si avvicina molto.
Si avvicina molto o è a saldo zero?
La nostra proposta è a saldo zero. Noi non chiediamo di ridurre l’entità, anche se poi ci starebbe pure una riduzione, perché poi se è giusto che le Regioni facciano la spending review, è altrettanto giusto che la faccia lo Stato. Non voglio però aprire questa discussione. Noi siamo pronti a sederci a un tavolo per trovare una soluzione a saldo zero.
(Pietro Vernizzi)