“Il mio sogno è quello di vincere con una Forza Italia da sola, senza alleati, per poter disporre di una chiara maggioranza in Parlamento”. Lo ha detto Silvio Berlusconi, nel corso di una telefonata a un’iniziativa di Forza Italia a Civitanova Marche, per poi aggiungere: “Bisogna fare di Forza Italia la rappresentante di tutti i moderati, maggioritaria nel paese, che possa prendere in mano il governo del paese e garantire a tutti una totale assoluta libertà”. Ne abbiamo parlato con Fabrizio d’Esposito, giornalista politico del Fatto Quotidiano.



Berlusconi dice di aspirare a vincere le elezioni da solo. Qual è il senso di questa uscita?

Le telefonate di Berlusconi alle manifestazioni di Forza Italia sono ormai un rito stanco. La dichiarazione del Cavaliere avrebbe avuto un senso 20 anni fa, quando avrebbe potuto coltivare la vocazione maggioritaria del suo partito. Oggi le sue parole riecheggiano in modo surreale. La vocazione maggioritaria di un partito che riunisca tutti i moderati, e che magari domani potrebbe essere un partito unico di sinistra, di centro e di destra, è interpretata da Matteo Renzi. La posizione di Berlusconi ha poca forza non solo per la sua incandidabilità, ma anche perché i sondaggi continuano a dirci che Forza Italia è in un crollo perenne e si trova sotto al 14%.



Berlusconi comanda ancora in FI o gli è scappata di mano la situazione?

Berlusconi non ha più la lucidità politica per comprendere quello che deve fare per il suo partito. Il patto del Nazareno è fatto in modo tale che tutti i benefici politici vadano a Renzi. Probabilmente Berlusconi ha avuto garanzie per quanto riguarda il suo conflitto d’interessi e c’è una delicata partita in famiglia per la successione. Il Cavaliere però non ha più l’abilità politica di un tempo, e un fatto lo documenta. Venti giorni fa nel “parlamentino” di Forza Italia Berlusconi ha perso le staffe di fronte a Raffaele Fitto, e come riportato da numerosi testimoni lo ha insultato pesantemente.



Quanto peso ha Fitto nel partito?

Fitto è un capetto democristiano della Puglia che ha preso 300mila voti grazie a porta a porta e clientelismo. Non ha però le qualità per stimolare un rinnovamento interno a Forza Italia. Insomma Fitto è tutto tranne che il “Renzi di destra” che rinnova il partito e rottama il vecchio. Il punto è che io non credo in una scissione di Fitto né in un suo peso come leader del futuro. L’alternativa a Berlusconi non c’è stata negli ultimi 20 anni e a maggior ragione non c’è adesso.

E Verdini?

Il suo peso è molto forte. Verdini è l’uomo che quotidianamente regge il filo del patto del Nazareno, attraverso il raccordo con Luca Lotti, sottosegretario all’Editoria e “mastino” di Renzi a Palazzo Chigi. Non c’è quindi proprio paragone, Verdini conta molto più di Fitto.

 

Fino a che punto il cerchio magico è in grado di condizionare Berlusconi?

Pochi giorni fa un ex leader berlusconiano molto noto, di cui non faccio il nome, mi ha detto che Berlusconi è “prigioniero politico” del club della Pascale, di Mariarosaria Rossi e di Toti. Il cerchio magico ha il suo peso nel momento in cui Berlusconi è costretto a dare una vetrina alla sua fidanzata sulla questione dei diritti civili. Su questo tema si può avere libertà di coscienza in Parlamento, ma è chiaro che in questo modo Berlusconi ha causato una serie di mal di pancia molto forti nel partito. Non a caso la stessa Pascale si è lamentata del fatto che Luxuria avrebbe esagerato nel rivelare i dettagli della cena ad Arcore, in cui lo stesso ex deputato di Rifondazione accarezzava Dudù e Berlusconi declamava “Madre Teresa di Calcutta a tavola”.

 

Quanti voti può costare a FI l’apertura di Berlusconi sulle nozze gay?

Non so quanto possa costare perché l’elettorato di Forza Italia si sta prosciugando. In teoria sarebbe anche una misura d’ispirazione liberale, il problema è che negli anni Berlusconi ha dimostrato di avere consenso soprattutto nelle fasce conservatrici dell’opinione pubblica.

 

(Pietro Vernizzi)