“Le regole europee stanno massacrando l’economia del nostro Paese, per essere credibile il governo deve smettere di applicarle come ha fatto la Francia”. Lo evidenzia il segretario della Lega nord, Matteo Salvini. A Berlusconi che gli dice “per Salvini c’è ancora tempo”, risponde “non ho fretta”, mentre sull’Italicum attacca: “E’ una porcheria, ma abbiamo cose più urgenti da fare che salire sulle barricate per la legge elettorale”. Anche perché il nuovo nemico della Lega non è più Roma ladrona, ma Bruxelles.
Renzi attacca l’Europa. Lo sosterrete?
Noi lo sosterremmo più che volentieri se una volta tanto alle parole facesse seguire i fatti. In questi mesi ci ha abituato al can che abbaia ma poi non morde.
Di fatto Renzi ripropone l’austerità?
Sì, perché ha dichiarato che i vincoli imposti da Bruxelles, come quello del 3 per cento, sono idioti ma lui li rispetta ugualmente. Allora non è coerente, se un vincolo danneggia il proprio Paese non lo si rispetta come fanno i francesi.
Non è meglio cambiare le regole piuttosto che violarle?
L’Ue è fondata sugli interessi delle multinazionali del Nord Europa, non sugli interessi dei produttori come in Italia. E le regole Ue, infatti, stanno massacrando l’economia del nostro Paese. Sono fatte apposta per far guadagnare qualcuno e far morire qualcun altro.
Sarete in piazza con la Camusso?
No, domani (oggi, 25 ottobre, ndr) sarò a vedere la partita a pallone di mio figlio. Non vado né a Firenze né a Roma, anche perché dov’era la Camusso quando è stata approvata la legge Fornero? Renzi invece per quanto mi riguarda è solo un parolaio.
Alla Zanzara lei ha detto di essere più di sinistra di Renzi. In che cosa?
Basta guardare il parterre della Leopolda, o le frequentazioni di Renzi in queste settimane. Il premier ha stretto l’accordo con Marchionne, con Confindustria, con il mondo delle banche. Noi abbiamo raccolto 571mila firme per cancellare la legge Fornero, che ha massacrato pensionati e operai. Non so quindi chi sia più vicino ai lavoratori tra me e Renzi.
Ci dica tre provvedimenti che lei attuerebbe se dovesse scrivere la legge di stabilità.
Il primo è la flat tax, cioè l’aliquota fiscale unica al 15 per cento, che funziona in 40 Paesi del mondo. Lo Stato incasserebbe di più perché ci sarebbe meno evasione fiscale. Il secondo e il terzo provvedimento sarebbero la cancellazione degli studi di settore e la tassazione della prostituzione.
Pensare che ci sarà meno evasione fiscale non è un’utopia?
Quando le tasse arrivano al 60 per cento, l’evasione in parecchi casi è un fatto di sopravvivenza. Con un’aliquota unica bassa come in Russia e in Ungheria, la gente è invogliata a pagare. Più alzi le tasse più la gente evade.
Con chi pensa di allearsi in Europa?
Noi abbiamo fatto una scelta di coerenza, siamo alleati di Marine Le Pen, degli austriaci, dei fiamminghi e degli olandesi per un altro modello di Europa basato sulle piccole e medie imprese e sulle identità locali, più che sulle multinazionali e le banche.
Alternative fur Deutschland può essere un vostro alleato?
Assolutamente sì, perché anche loro si rendono conto che l’euro è stata una moneta sbagliata.
Berlusconi ha detto: “Per Salvini non è ancora tempo”. Che cosa gli risponde?
Che non ho fretta. Stiamo preparando il futuro, quindi non mi interessa l’elezione di domani mattina.
Lei ritiene di poter raccogliere il consenso degli elettori moderati di centrodestra?
Bisogna capire che cosa si intende per moderato. Se parliamo del piccolo imprenditore, dell’artigiano, della partita Iva, del commerciante, ormai non è più moderato perché ha scritto “vendesi” o “affittasi” fuori dalla sua attività. Sono convinto che la Lega possa raccogliere tutto quello che è alternativo a Renzi.
Quindi Berlusconi non ha più futuro?
Berlusconi ha un grandissimo passato, magari ha anche un futuro davanti, però io guardo in casa mia.
Il federalismo è un sogno tramontato?
No, il federalismo è il futuro. Premiare le eccellenze e le identità locali è il futuro. Più Bruxelles tende ad accentrare, più Scozia, Catalogna e Fiandre sono la risposta.
Il vero nemico non è più Roma ma Bruxelles?
Entrambi sono dei nemici. Il 70 per cento di quello che si vota a Roma arriva da Bruxelles, e quindi la battaglia spesso e volentieri bisogna farla a monte, non a valle.
Che cosa è cambiato nei contenuti della Lega nord da quando lei è segretario?
C’è stata la presa d’atto che l’Europa, che poteva essere una bellissima scommessa, si sta rivelando una prigione. Da qui le missioni in Russia e l’alleanza con la Le Pen. Se oggi secondo i sondaggi la Lega nord sta correndo è perché le idee sono buone, non è per i miei meriti personali.
Quale futuro vede per la Lega con l’Italicum?
Il Parlamento non riuscirà ad approvare una legge elettorale. Hanno già cambiato idea quattro volte, poi per quanto riguarda la Lega non è un problema.
Vi alleerete con Forza Italia?
Non è detto, può essere di sì e può essere di no. Se i progetti non coincidono, non necessariamente mi devo alleare con qualcuno.
L’Italicum è una buona legge?
L’Italicum è una porcheria, perché ha le liste bloccate, non ha le preferenze e non permette ai cittadini di scegliere. Non so come andrà a finire, ma di certo non è una legge democratica. Non è però sulla legge elettorale che la Lega farà le barricate.
La legislatura andrà avanti fino al 2018?
No, figuriamoci. Renzi vorrà andare a votare prima perché sa benissimo che in economia non riuscirà a combinare niente. Non può andare avanti a promettere 80 euro a tutti.
Napolitano accetterà di sciogliere le camere anticipatamente?
Sì, ammesso che sarà ancora Napolitano il presidente della Repubblica in carica.
Quando andremo al voto?
Presto, perché tutti i dati economici, dalla disoccupazione al debito pubblico, alla produzione industriale, sono negativi. E sono negativi perché Renzi non ha coraggio.
(Pietro Vernizzi)