Il vertice della Banca Centrale Europea a Napoli ha chiamato a raccolta migliaia di manifestanti – tra black bloc e antagonisti – che hanno protestato contro la stessa Bce e la politica d’austerity dell’Unione Europea. Gente di una città che, con il caso Luigi de Magistris, sta vivendo un nuovo capitolo nero e rappresenta purtroppo, seppur amplificandole a dismisura, tutte le difficoltà italiane. Ne abbiamo parlato con Lucia Annunziata, direttrice dell’Huffington Post Italia.
Il Vertice Bce a Napoli è stato accolto da un corteo di protesta. Come spiega il movimento di piazza?
Penso che ovunque vi fosse stata una riunione della Bce ci sarebbe stata una manifestazione simbolica contro l’austerity. Che poi sia accaduta a Napoli, in un momento così delicato sia per la vicenda che coinvolge il sindaco, sia per il fatto che si tratta di una città in grandissima difficoltà, credo che abbia avuto l’effetto di acutizzare la tensione.
Ma il fatto che tutto questo succeda proprio a Napoli è un caso o ha invece un significato particolare?
Il significato c’è. Napoli è sempre il posto dove se una cosa accade, questa viene amplificata a dismisura rispetto al peso che avrebbe in un’altra città italiana. Faccio un esempio: se si vanno a vedere tutti i dati relativi alla crisi economica, alle cadute pubblicitarie, alle perdite di ascolti televisivi e di utenti dei telegiornali, quello che in Italia è meno dieci, lì è meno venti, se non di più. Napoli è lo specchio moltiplicante delle difficoltà italiane.
E la città, insieme al mondo politico italiano, è scossa dal caso De Magistris. L’ex pm giustizialista ora colpito, in una sorta di nemesi, dagli stessi pm. Qual è la sua lettura dell’affaire?
Luigi De Magistris non è un matto e tanto meno uno che ignora la legge. Oltre che un magistrato esperto, è sempre stata una persona capace di lanciare il cuore oltre l’ostacolo e credo che quello che sta facendo ora non sia un’alzata di ingegno, ma una strategia politica. Il punto è un altro…
Quale?
Il vero problema di Napoli è che, da tempo, è in bancarotta: la realtà è questa. La città, anche grazie allo stesso De Magistris, è riuscita a tenere insieme i cocci, però è al collasso, anche dal punto di vista della classe politica. Ricordiamoci infatti che De Magistris è stato eletto perché è stato il prodotto terzo e imprevedibile del grande flop delle primarie napoletane tra Andrea Cozzolino – vi ricordate i suoi autobus che portavano la gente a votare? – e Umberto Ranieri, indicato dal Pd e uomo vicino a Napolitano.
Una situazione specchio, in piccolo, della crisi del sistema politico ed economico italiano?
È la legge famosa per cui a Napoli se una cosa precipita, lo fa con maggiore velocità. È una situazione molto preoccupante. Ripeto, la città è fallita e De Magistris non ha alternative: non è che lui sia il più bravo di tutti, ma le altre classi politiche si sono giù bruciate.
Renzi ha dato ragione alla Francia – che sforerà il tetto del 3% deficit-Pil – dicendo che nessuno deve trattare gli altri Paesi come si trattano degli studenti. Il riferimento alla Merkel è chiaro. Che ne pensa?
È un’uscita nel solco dello stile del premier. Ma bisogna dire una cosa anzitutto. I francesi hanno fatto quello che forse avrebbe dovuto e voluto fare proprio Renzi e il suo governo, ma così non è stato perché i nostri conti sono peggiori rispetto a quelli della Francia. La frase del presidente del Consiglio è quindi una sorta di espressione di indipendenza dell’Italia nei confronti della Merkel, ma vista la nostra delicata situazione mi sembra che Renzi si stia muovendo con grande cautela sulle questioni economiche, senza alzare troppo la voce. Anche il fatto che stia prendendo tempo sull’articolo 18, cercando un compromesso, mi pare emblematico di questo atteggiamento.
(Fabio Franchini)