“Sei figlio di un vecchio democristiano, vai via”. Sono le parole, durissime, che Silvio Berlusconi avrebbe rivolto a Raffaele Fitto durante lo scontro in direzione di giovedì scorso. La posizione di Fitto (l’altro ribelle è Daniele Capezzone) è nota: critiche ai nominati, appiattimento su Renzi, mancanza di democrazia interna, emorragia di consenso. Ma l’ex cavaliere non è su questa linea, e ha voluto far capire a Fitto che il padrone del partito è ancora lui. Chi c’era parla di uno scontro come non si vedeva dai tempi della cacciata di Gianfranco Fini. Alla direzione infuocata del partito c’era ovviamente anche Gianfranco Rotondi, tra i pochi politici in circolazione orgogliosi di definirsi ancora democristiani.
Onorevole Rotondi, è stata una direzione di scontro. Fitto è il nuovo Fini?
Ognuno ha la sua storia e non mi pare che quelle di Fitto e di Fini possano essere sovrapposte. Entrambi hanno fatto una battaglia di partito ma nel caso di Fini questa fu rovesciata sulle istituzioni…
Dopo giovedì sera Berlusconi è ancora il dominus indiscusso o lo è un po’ di meno?
Berlusconi non è il leader di Forza Italia. Berlusconi è Forza Italia. Ieri oggi e domani. E penso che anche Raffaele sia d’accordo su questo.
Berlusconi accusa Fitto di volere la sua testa. E’ arrabbiato con Fitto o con quello che Fitto dice?
Non penso che Fitto voglia la testa di Berlusconi né che Berlusconi voglia quella di Fitto. E’ che non si capiscono più, come purtroppo capita nella politica e nella vita.
In Ncd c’è malcontento. Si sono stancati di Alfano o subiscono il fascino di Berlusconi?
L’animale parlamentare spesso è così: lontano dalle elezioni vuole spazi, se si avvicinano le urne cerca chi possa rieleggerlo…
Cosa sta dando in più a Forza Italia la regia di Verdini?
Su Verdini vorrei fare un discorso più culturale. Chi lo descrive come un maneggione non lo conosce. E’ l’uomo più colto di Forza Italia; la sua cultura di riferimento è quella repubblicana aperta che ha appreso da Spadolini…
Datamedia dà Forza Italia al 13 per cento. In Veneto eravate al 36. Di chi è la colpa?
Non ci sono colpe ma scelte. Il Pdl prese il 36 perché sembrò la nuova Dc. Oggi questa illusione ottica la dà il Pd di Renzi. L’Italia è rimasta democristiana e cerca il nuovo partito italiano da votare.
Non crede che chi vi vota sia un po’ meno renziano di voi?
Io non sono renziano, anzi il venerdì riunisco il governo ombra a Saint Vincent.
La partita con Renzi è sul sistema elettorale. Conferma? Lei come vorrebbe cambiare l’Italicum?
I parlamentari di Forza Italia che vogliono modificare l’Italicum, più che la legge elettorale vogliono cambiar mestiere.
Ma a lei, Rotondi, va bene la politica economica di Renzi?
Io difendo la politica economica del governo Berlusconi e penso che dopo Silvio nessuno ha avuto l’autorevolezza di difendere gli italiani al tavolo europeo. Proprio per questo Berlusconi ha pagato un prezzo.
Se Fitto, come pare abbia detto Berlusconi, è “figlio di un vecchio Dc”, lei Rotondi che cos’è? Un pesce fuor d’acqua?
Io non sono figlio di democristiani. I miei genitori erano socialisti e mio nonno era un barone borbonico contrario all’unità d’Italia. La Dc in famiglia l’ho portata io…
In realtà Berlusconi a cosa punta? Aspetta solo di tornare in campo?
Berlusconi è in campo. Non ve ne siete accorti?
Lei, Rotondi, è governativo o anti-governativo? Ci dica la verità.
Non sono governativo, ma realisticamente Renzi è un perno della tenuta e il primo compito di un politico è quello di preoccuparsi del suo paese.
Se Renzi sul Jobs Act avesse bisogno di voi, cosa farete?
Intanto attendiamo il testo finale, poi possiamo anche votarlo, ma nella logica di una opposizione repubblicana. Ma non intendiamo usare il tema per cambiare il nostro ruolo di opposizione affidabile.
(Federico Ferraù)