“Mi permettete di dire che forse anche i sindacati italiani devono cambiare e non solo la classe politica. Non è pensabile che il sindacato non abbia avuto colpe in questi anni ma c’è la responsabilità di non aver capito che la realtà sta cambiando”. E’ la constatazione di Matteo Renzi, che ieri è intervenuto a Ferrara in occasione dell’inaugurazione di una scuola materna. Quindi la mossa a sorpresa: “Martedì incontro i sindacati. Mi hanno detto: ‘Tu non li vuoi incontrare’, e invece lo farò”. Una scelta che per Mattia Feltri, giornalista de La Stampa, ha il sapore dell’inaspettato.



Il fatto che Renzi incontri i sindacati significa che li legittima come un interlocutore ancora importante?

E’ una mossa che non mi aspettavo, ma non credo che sia un errore. Penso che li incontrerà e poi andrà avanti per la sua strada. Poi bisognerà vedere quali saranno i termini di questo incontro, ma ritengo che non ne verrà fuori niente di concreto.



Renzi ha dalla sua la maggioranza nella direzione del suo partito, ma i bersaniani sono forti in Parlamento…

Se la sinistra Pd votasse in modo compatto contro il Jobs Act, è molto probabile che Renzi decida di andare alle elezioni. A quel punto i bersaniani non sarebbero più ricandidati, e quindi mi domando che vantaggio abbiano nel far cadere il governo più forte nella storia della sinistra italiana.

A Renzi conviene far entrare Forza Italia nella maggioranza?

Da uno scenario di questo tipo Berlusconi ha tutto da guadagnarci e Renzi tutto da perderci. Il presidente del Consiglio ha un numero di voti sufficienti per governare l’ordinario, e sullo straordinario prende comunque i voti di Forza Italia in quanto il partito di Berlusconi non può votare no, perché se lo facesse alle elezioni successive significherebbe una tragedia. Per questo insieme di fattori, ritengo uno scenario impossibile che Berlusconi vada al governo con Renzi.



Parlando di economia, Renzi ha detto: “Il 3% lo manteniamo, continuiamo a tagliare le tasse e continueremo ad aiutare chi guadagna meno di 1500 euro”. E’ una ricetta che può funzionare?

Quella prospettata da Renzi è una politica molto difficile da attuare, per il semplice fatto che in Italia ci sono 91 miliardi di evasione fiscale l’anno. Se non si tiene conto di questo è difficile fare una riforma delle tasse. Se gli italiani non evadessero, non ci sarebbe nessun bisogno del rigore.

Renzi ha proposto lo Jus Soli temperato. Può essere la via verso l’integrazione?

Tutte le città italiane hanno quartieri invasi da stranieri che fanno fatica a integrarsi e cercano di imporci il loro stile di vita. Sono tutte realtà con cui è difficile fare i conti, ma il mondo cambia e bisogna adeguarsi. Io ho due figli ed entrambi nella loro classe hanno il 30% di stranieri. Quei bambini arrivano con la felpa dell’Italia, con la maglia della Roma o (ahimè) della Juventus. I figli degli extracomunitari sono bambini italiani esattamente come i miei, e quindi è assolutamente necessario prevedere uno Jus Soli. Questi bambini sono nati e cresciuti qui e devono sentirsi accolti. Se non si sentono respinti è più facile che un giorno si sentiranno integrati, e non partiranno per combattere in Siria.

Per Renzi Mare nostrum continuerà a operare fino a quando non interverrà l’Europa …

Renzi fa bene a chiamare l’Ue alle sue responsabilità, anche se da parte sua è una cosa un po’ sterile e stucchevole. L’Europa è un’entità che non esiste, che non ha leggi comuni, non ha un Esercito, e di conseguenza non ha confini. Il problema degli sbarchi è quindi completamente dell’Italia. Non esistono soluzioni, non almeno finché l’Europa non sarà qualcosa di più solido e serio.

 

(Pietro Vernizzi)