L’incontro Renzi-sindacati è andato bene: il compromesso è stato trovato e il premier parla addirittura di “straordinari punti d’intesa”. Il faccia a faccia nella Sala Verde di Palazzo Chigi ha regalato una sorpresa, con l’accordo del governo con Cisl, Uil e Ugl, e una conferma, ovvero la chiusura della Cgil di Susanna Camusso ai provvedimenti dell’esecutivo in materia di lavoro, che continuano ad essere giudicati negativamente. Dunque il Jobs Act (nel cui ricco corpus sarebbero stati accolti emendamenti della minoranza dem) procede in acque meno increspate di quelle che ci si poteva aspettare alla vigilia del “duello” attorno al tavolo. In materia di Articolo 18, vero snodo cruciale della contesa, resterebbe inalterato il reintegro per i licenziamenti discriminatori e disciplinari “previa verifica della fattispecie”. In più sgravi per le assunzioni stabili e ammortizzatori sociali.. Luigi Angeletti ha detto che l’incontro “ha forse più una valenza politica che sostanziale, se poi la sostanza ci sarà lo vedremo in concreto. Siamo di fronte a un cambiamento dell’atteggiamento del Governo rispetto alle parti sociali”. Anna Furlan ha parlato invece di svolta nelle relazioni tra esecutivo e parti sociali. Domani si voterà la fiducia sul Jobs Act in Senato e Matteo Renzi dice di non temere agguati dal suo stesso partito.