«Come posso essere d’accordo sul maxiemendamento? Ho criticato la scelta di ricorrere al voto di fiducia, perché si sottrae la possibilità di discutere in Parlamento. Nel merito il passo compiuto non è sufficiente». Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera, esponente del Pd ed ex ministro del Lavoro, commenta così il maxiemendamento che sta surriscaldando il dibattito politico. Il premier Renzi, incontrando i sindacati, ha fatto sapere che “sui licenziamenti disciplinari c’è una norma molto chiara della direzione Pd. Per chiarire le fattispecie del reintegro, bisogna avere la pazienza di attendere il decreto legislativo”. Quindi il capo del governo ha aggiunto che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, farà una dichiarazione in Senato proprio sul tema del reintegro per i licenziamenti disciplinari.



Onorevole Damiano, quello sulla reintegra per i licenziamenti disciplinari è un passo avanti?

Non mi risulta che la reintegra per i licenziamenti disciplinari sia contenuta nel testo. Il maxiemendamento non acquisisce quei passi avanti decisi dalla direzione del Pd, e questo naturalmente rappresenta un vulnus. Questa non è una vera riforma, ma soltanto un aggiustamento della legge Fornero. Si tratterà di vedere nei decreti attuativi, per capire che cosa rimane del reintegro in caso di licenziamento per motivi discriminatori o disciplinari. Mentre sappiamo già che il reintegro sarà invece escluso se il licenziamento avviene per motivi economici. Non si cancella del tutto l’articolo 18, ma lo si indebolisce ulteriormente e questo non mi pare giusto.



La reintegra per motivi disciplinari sarà sostituita da un indennizzo?

Vedremo quello che dirà il ministro e che cosa sarà previsto nel testo. Finché non ho il testo non so che cosa dire, ma non accetterò una legge che non contenga una reintegra in caso di licenziamento per motivi disciplinari.

A quali condizioni sarebbe disposto a dire sì al Jobs Act?

Io sono alla Camera, non voto e quindi non mi pongo il problema. Lasciamo ai senatori il compito di pronunciarsi, anche se non mi pare che la minoranza al Senato voglia fare cadere il governo.

Prima o poi però la legge arriverà anche a Montecitorio …



Il mio auspicio è che siano accolti gli emendamenti della minoranza e quanto si è deciso in direzione sul licenziamento. Sarebbe un passo avanti importante, anche se non del tutto risolutivo.

 

E’ d’accordo con il Tfr in busta paga?

Vorrei approfondire l’argomento, non si può affrontarlo in modo semplicistico. Bisognerà capire quali ricadute avrà sulla tassazione di quel salario aggiuntivo in busta paga, sull’autofinanziamento delle piccole imprese e per quanto riguarda i lavoratori che hanno aderito ai fondi pensione. Per non parlare dell’Inps, cui vanno 6 miliardi di Tfr ogni anno.

 

La fretta nell’approvare il maxiemendamento rischia di produrre un risultato scadente?

Di recente c’è stata sicuramente un’accelerazione. Questa delega è da cinque mesi che gira al Senato, e poi in 48 ore si vuole risolvere tutto.

 

Gli attriti con Ncd possono fare cadere il governo?

A me preoccupano i contenuti, poi gli attriti ci sono con chi non condivide i contenuti. Io non condivido i contenuti del Nuovo Centro Destra quando parla di cancellare lo Statuto dei Lavoratori e l’articolo 18.

 

E’ una questione di contenuti, ma anche di tenuta del governo …

Noi non abbiamo mai inteso mettere in discussione la tenuta del governo.

 

Ma se salta l’accordo con Ncd non c’è più la maggioranza …

Questo è un tema che il governo saprà regolare sapientemente.

 

(Pietro Vernizzi)

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