Dopo essersi formato neanche due settimane fa, il nuovo Consiglio superiore della magistratura ha già bocciato la riforma della giustizia civile presentata dal governo. In un parere approvato all’unanimità e che sarà discusso domani dal plenum in seduta straordinaria, i magistrati si dicono convinti che intervenire attraverso un decreto legge “comporta delicati profili di compatibilità costituzionale”. Il decreto in questione, infatti, “coinvolge non solo la magistratura giudicante civile, ma altresì quella penale e la magistratura requirente”. Secondo la Sesta Commissione del Csm è quindi necessario chiedersi se non sia più opportuno “abbandonare lo schema di riforme volte a fornire risposte di immediato impatto, e tuttavia non sufficientemente ponderate oltre che a costo zero, aprendo invece a un più ampio dibattito con gli operatori, dentro e fuori le aule parlamentari, assicurando in questo modo , sia pure in tempi più lunghi, una più organica e ponderata riflessione sulle necessarie modifiche”. In caso contrario, si va incontro al rischio di introdurre una “rilevante riforma processuale o ordina mentale” utilizzando uno strumento “che il Costituente non ha predisposto per tale finalità”. Inoltre i magistrati hanno puntato il dito sulla riduzione delle ferie del personale magistratuale che, si legge nel parere, “non soltanto non pare in alcun modo assicurare una maggiore funzionalità ed efficienza alla giustizia, ma addirittura potrebbe risultare in ipotesi, rispetto a tale obiettivo, persino controproducente”.