Nella riunione del comitato di presidenza di Forza Italia, Silvio Berlusconi lascia aperta la strada del confronto e della governabilità, ma dice no ai diktat e ribadisce la sua ferma opposizione sui temi economici e del lavoro. “Noi sappiamo che il Patto con Forza Italia è importate – è stata la dichiarazione del ministro Boschi – ma ancora più importante è il patto con cittadini. A Forza Italia abbiamo chiesto l’ impegno ad approvare la riforma in tempi rapidi, non possiamo accettare ulteriori rinvii ma siamo favorevoli a che continui il confronto”. Abbiamo contattato per un commento l’onorevole Mariastella Gelmini, membro del comitato di presidenza di Forza Italia ed ex ministro dell’Istruzione.
Com’è andata la riunione del comitato di presidenza?
La riunione del comitato di presidenza è stata all’insegna dell’unità e di un confronto assolutamente costruttivo. E’ stata espressa piena fiducia al presidente Berlusconi per quanto riguarda le scelte relative al Patto del Nazareno e al partito. E’ stata ritrovata la serenità anche con Raffaele Fitto. Alla faccia di chi come la presidente Serracchiani diceva “Berlusconi non ha più il controllo del partito”, abbiamo smentito tutti i “gufi”, per usare un’espressione di Renzi, e tutti coloro che volevano accreditare spaccature e divisioni all’interno di Forza Italia.
Di fatto che cosa ha deciso Forza Italia?
Non vogliamo rompere il Patto del Nazareno perché siamo abituati a rispettare gli impegni e pensiamo che le riforme si scrivano insieme. Allo stesso tempo però non vogliamo nemmeno subire l’ennesima modifica imposta da Renzi.
Renzi è un interlocutore affidabile?
Non ci sono dubbi sul fatto che Renzi sia un interlocutore. Per quanto riguarda l’affidabilità, lo scopriremo strada facendo. Noi gli diamo atto di avere superato l’anti-berlusconismo e quindi di essersi seduto al tavolo con Berlusconi. Rispetto all’affidabilità, credo che ogni interlocutore politico la debba dimostrare giorno per giorno.
Fitto ha detto: “Questa volta Berlusconi ascolti anche il partito”. E’ d’accordo con lui?
Berlusconi da sempre ascolta il partito e ovviamente nello stesso tempo pensa anche all’Italia. Se qualche volta antepone gli interessi del Paese a quelli del partito è un fatto assolutamente encomiabile. Proprio per temperamento, Berlusconi ascolta sempre tutti e poi naturalmente decide come del resto fanno tutti i leader.
E lei che cosa si aspetta da Berlusconi?
Mi aspetto che vada avanti a costruire l’alternativa alla sinistra, come sta facendo con grande impegno e serietà. Mi auguro che tutto il centrodestra si possa riunire e che Berlusconi sia artefice di questa unità. Nonostante la scissione con Ncd, il sogno di Berlusconi è ancora quello di rivedere unito il centrodestra e di costruire questa unità e questa alternativa al governo di sinistra.
Alfano e Salvini si alleeranno con Berlusconi?
Non so dire in questo momento quali siano i progetti di Alfano e Salvini. Le assicuro però che Berlusconi li vuole riunire tutti nella stessa coalizione, compresi gli stessi Alfano e Salvini.
E’ per questo che Berlusconi vuole il premio di coalizione, e non il premio di lista auspicato da Renzi?
Sì, anche se questo è uno degli elementi della trattativa che ha determinato le maggiori difficoltà. Su questo l’ufficio del partito ha delegato Berlusconi a decidere.
Andremo alle elezioni anticipate?
Il Paese non ha bisogno dell’ennesimo voto anticipato. Renzi adesso deve dimostrare di avere preso il comando del governo per fare le riforme, non solo quelle istituzionali ma soprattutto quelle del lavoro ed economiche. Il problema è che non le sta facendo, e mi auguro che non usi le elezioni anticipate come l’escamotage di fronte all’incapacità di fare le riforme. Renzi è arrivato a Palazzo Chigi senza il voto degli italiani per fare le riforme. Poiché dispone di maggioranze ampie, dimostri quello che sa fare, e solo dopo è giusto che affronti il giudizio degli elettori.
Siete disposti a collaborare con Renzi sulle riforme economiche?
No, noi siamo all’opposizione e la collaborazione sulle riforme economiche potrebbe avvenire solo se ci fosse una condivisione. Noi invece abbiamo ribadito una grande opposizione ma anche molte criticità rispetto ai progetti e alle proposte del governo. Non li abbiamo condivisi e quindi è chiaro che non c’è spazio per collaborare con chi non condivide le riforme.
Voi che cosa avreste fatto al posto di Renzi?
Noi avremmo creato la flessibilità in materia di lavoro, avremmo abolito l’articolo 18, non avremmo costruito un’agenzia nazionale dell’impiego di cui sinceramente non si avvertiva il bisogno perché sembra l’ennesimo carrozzone. Ma soprattutto avremmo ridotto le tasse sulla casa e non avremmo aumentato le tasse sul risparmio.
(Pietro Vernizzi)