Ogni provvedimento messo in campo dal governo negli ultimi mesi ha avuto più l’obiettivo di contribuire alla prosecuzione delle “primarie” di Matteo Renzi che non il bene comune. A dirlo è Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia, intervenuto oggi sulle colonne de Il Giornale. Il bonus di 80 euro, ad esempio, “ha concorso al risultato elettorale delle Europee, ma davvero poco a far ripartire i consumi interni, scesi del 2,6% nel mese di giugno. La legge di Stabilità proposta fa il resto”. Quindi, prosegue Mauro, nonostante le slide con cui si promettono 18 miliardi di riduzione fiscale, “nelle pieghe della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza – che precede la manovra del governo e ne traccia il solco – si prevede entro il 2018 un aumento della pressione fiscale. A pagina 29 della Nota si legge che dai 781 miliardi del 2013 si arriverà, #passodopopasso, a 854 miliardi di fine legislatura”. Sui contribuenti, insomma, “peseranno 72,5 miliardi in più di tasse. Anche a fronte di un aumento della spesa pubblica di oltre 41 miliardi. Con buona pace di chi continua a parlare di spending review”, commenta il lader dei Popolari per l’Italia. “Del resto – conclude Mauro – le scelte operate finora dal governo non hanno affatto contribuito alla riduzione delle spese di funzionamento”.