“Quello che vedo nell’M5S è un movimento che ha perso alcuni punti di riferimento, sia ideali come la democrazia diretta in rete, sia di realizzazione pratica”. Paolo Becchi, professore universitario, un tempo ideologo del M5S prima di ricevere l’anatema di Grillo, sintetizza così la sua posizione parlando con Ilsussidiario.net. In un’intervista a Il Messaggero il professor Becchi aveva dichiarato: “Grillo sta sbagliando tutto”.



Qual è stato il più grave degli errori di Grillo?

Il M5S è nato come un movimento per cambiare l’Italia, all’insegna degli slogan “tutti a casa” e “o noi o loro”. Ora si sta passando dall’”o noi o loro” all’”e noi e loro”. E’ un cambiamento notevole. Forse è un dato fisiologico che a un certo punto i movimenti tendano a istituzionalizzarsi, e sono io che sono rimasto alla fase più autentica e pura. Qualsiasi organizzazione ha un suo programma e una sua strategia. Se comincia però a esserci uno sfasamento totale tra il programma e la strategia, iniziano a sorgermi alcuni interrogativi. Se il programma era quello di prendere le decisioni in rete, comincio a vedere un cambiamento di prospettiva.



Che cosa ne pensa della posizione di Grillo sull’elezione del presidente della Repubblica?

Le Quirinarie sono state un’esperienza rivoluzionaria, perché si basano sull’idea che il presidente della Repubblica sia eletto direttamente dai cittadini. Con questo meccanismo escono figure non politiche, di grande professionalità e impegno civile, come Milena Gabanelli o Gino Strada. Parlando a SkyTg24, Grillo invece ha detto: “Mi aspetto che Renzi mi faccia un nome per il presidente della Repubblica”. Mi sembra che l’approccio sia cambiato notevolmente.

Il Patto del Nazareno va messo in soffitta?



Non vedo con favore il tentativo di diventare una stampella di Renzi, mettendo da parte Berlusconi. Ciò su cui avrei puntato è sull’euro. Il problema è che il referendum sull’euro è un’impresa impossibile, a meno di raccogliere tutte le forze di opposizione all’euro che ormai stanno nascendo in tutti i partiti. Se il M5S si mettesse in quest’ottica darebbe vita a un’iniziativa notevole, perché spariglierebbe le carte e ritornerebbe al centro dell’attenzione.

Che cosa ne pensa del referendum contro l’euro?

Grillo ha lanciato l’idea del referendum sull’euro al Circo Massimo. Quindi l’ha presentata al Parlamento Ue e ha portato la richiesta formale in Cassazione. Ora i giornali non ne parlano quasi più. Se il M5S vuole riacquistare una posizione di centralità, questa resta una battaglia eccezionale. Ma se si pretende di condurla da soli, quando la Costituzione chiede la maggioranza assoluta o dei due terzi, non so quanta strada riusciremo a fare.

 

Andava fatto l’accordo con la Lega nord?

Non soltanto con la Lega. Quello di Salvini attualmente è uno dei partiti più forti che battono contro l’euro. Ma anche nel Pd non renziano ci sono delle voci critiche notevoli. La priorità per Grillo non dovrebbe quindi essere quella di fare un accordo con Renzi o con il presidente della Repubblica sulla legge elettorale, bensì di trovare interlocutori sulla questione dell’euro. Il M5S avrebbe potuto portare avanti la sua iniziativa attraverso i suoi parlamentari. Una legge di iniziativa popolare dovrebbe comportare invece il coinvolgimento di tutte le forze sociali e politiche. Non ci sono soltanto i partiti, ma movimenti all’interno della società civile che sono contro l’euro. Se il M5S riuscisse ad aggregare l’intero blocco sociale e politico contro l’euro, sarebbe una vittoria magnifica.

 

(Pietro Vernizzi)