“Piuttosto che Gentiloni era meglio la Mogherini, almeno si è sempre occupata di esteri”. E’ il commento di Giuseppe Cossiga, ex sottosegretario alla Difesa, secondo cui “a questo punto la cosa migliore che dovrebbe fare il nuovo ministro degli Esteri, e l’Italia con lui, è evitare il più possibile di farsi vedere, almeno evitiamo brutte figure a livello internazionale”. Paolo Gentiloni, nuovo numero uno della Farnesina, è stato ministro delle Comunicazioni del governo Prodi e presidente della commissione di Vigilanza Rai.
Perché Gentiloni agli Esteri non la convince?
Qualcuno aveva strabuzzato gli occhi quando era stata nominata ministro degli Esteri la Mogherini, che invece aveva dedicato la sua intera vita parlamentare a queste tematiche. Era quindi una ragazza preparata, sia pure se non di standing internazionale.
Lei ritiene che Gentiloni non sia preparato?
Gentiloni sicuramente conosce molte cose per quanto riguarda le comunicazioni e la tv, ma non so se sia preparato sugli esteri e se risulterà in grado di reggere un ruolo di questo tipo. Renzi ama stupire, d’altra parte ci stupisce tutti i giorni, come quando si mette a parlare una lingua che assomiglia in alcuni tratti all’inglese ma che sicuramente non lo è. Evidentemente la visione del nostro Paese che Renzi vuole trasmettere all’estero è basata su improvvisazione e faciloneria. Buon divertimento.
Era meglio la Mogherini?
Assolutamente sì. Quantomeno, nonostante la giovane età, è una persona che si è sempre occupata di esteri. Gentiloni no. Renzi del resto si è sempre occupato di fare il sindaco di Firenze, adesso fa il presidente del Consiglio e quindi le cose non sono poi molto diverse.
Il nuovo ministro è stato voluto da Napolitano?
Mettere sul conto di Napolitano la nomina di Gentiloni come ministro degli Esteri mi sembra eccessivo. La mediazione sul nuovo inquilino della Farnesina c’è stata, ma è avvenuta all’interno del “partito della nazione”.
Gentiloni riuscirà a rilanciare la politica estera dell’Italia che finora è mancata?
Difficile. Tutti i partner europei si troveranno di fronte al ragazzino che fa finta di avere uno standing internazionale, cioè a Renzi, a una ragazza come la Mogherini la quale, ancorché preparata, è finita nell’inutile posto prima occupato da un’altra inutile figura quale Lady Ashton. Ora si vedono arrivare anche uno sconosciuto come Gentiloni. Quantomeno di fronte a Letta o a Lapo Pistelli, attuale viceministro degli Esteri, era diverso. Il messaggio che lancia Renzi è che quelli che sanno fare le cose li teniamo a casa.
Perché come ministro non è stato scelto Lapo Pistelli?
I maligni sostengono che Renzi sia stato per un breve periodo il portaborse di Pistelli. Ora che il maestro è stato superato, è già tanto che gli sia stato concesso un posto da sottosegretario.
Che cosa ne pensa delle sfide che attendono ora il ministro Gentiloni?
L’Italia non conta assolutamente nulla in Europa, l’Europa sui grandi temi non conta assolutamente nulla nel mondo, e quindi non credo che Gentiloni potrà fare particolari danni.
In Paesi strategici come la Libia, l’Italia può accontentarsi di non fare danni?
Lì i danni li abbiamo subiti. E la causa è stato il caos che è stato creato in Libia dai nostri alleati, Regno Unito e Francia.
Che cosa deve fare Gentiloni in Libia?
La cosa migliore è non farsi neanche vedere.
L’Italia può permettersi di non farsi vedere in Medio Oriente?
Se non ci facciamo vedere evitiamo quantomeno di coprirci di ridicolo. Non contiamo nulla, ma almeno non peggioriamo le cose.
Perché?
Soprattutto in Medio Oriente, il ruolo dell’Italia dovrebbe essere quello di perseguire politiche che non sono in linea con gran parte dei nostri alleati. Un’Italia seria come quella di Andreotti non avrebbe permesso il pasticcio che Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno fatto in Libia.
La recente visita di Renzi in Egitto ha peggiorato le cose?
Sicuramente ha peggiorato le cose per Renzi perché si è fatto conoscere. Gli egiziani del resto sanno quanti pasticci succedono in Italia e che anche questo passerà.
Che posizione deve prendere la Farnesina nel conflitto russo-ucraino?
L’Italia potrebbe influenzare questa crisi se perseguisse una linea di distanza da alcune posizioni europee. Non dico che il nostro governo debba appoggiare l’espansionismo imperiale di Putin, ma perlomeno dovrebbe rimarcare che non è tutto oro quel che luccica. Non dobbiamo illuderci che, siccome l’Ucraina è interessata a entrare nell’Ue, allora anche il governo di Kiev è democratico e di tipo europeo.
Dario Fertilio a proposito di Putin ha usato l’espressione di “nazi-comunismo”. Lei che cosa ne pensa?
Nazismo e comunismo appartengono al secolo scorso. Non c’è bisogno di usare questi termini, anche se sul piano geopolitico non sono cambiate molte cose. Che l’Europa debba evitare una situazione come quella che si creò con il patto Ribbentropp-Molotov sicuramente è vero. Però più che fare attenzione solamente a Putin, farei attenzione a come l’Europa e l’Occidente stanno spingendo la Russia nelle mani della Cina, perché è questa scelta che avrà conseguenze pericolose.
Che cosa deve fare Gentiloni per destreggiarsi tra Stati Uniti e Germania, le due potenze più influenti nell’Occidente di oggi?
La ringrazio per la domanda, ma non le rispondo più. A furia di commentare quello che dovrebbe o non dovrebbe fare Gentiloni, non vorrei che alla fine Renzi facesse ministro anche me, magari in un campo di cui non so assolutamente nulla. E così finirei anch’io per fare parte della banda di quelli che parlano ma non sanno.
(Pietro Vernizzi)