Domenica 23 novembre, dalle 7.00 alle 23.00 si terranno le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale e della nomina del nuovo presidente dell’Emilia-Romagna. Tra i candidati c’è il leghista Alan Fabbri,  candidato del centro-destra. 35 anni, originario di Bondeno, un paesino in provincia di Ferrara, Alan è laureato in Ingegneria. Noto per i il suo look rockettaro, la sua prima esperienza lavorativa è stata presso la presidenza di consiglio regionale, come consulente. A partire dal 2009, Fabbri è diventato il sindaco della sua città natale, prima di essere riconfermato cinque anni dopo con il 69% delle preferenze. Si tratta di uno dei pochi primi cittadini del Ferrarese appartenenti alla Lega Nord, in un territorio nel quale il Partito Democratico riesce a fare molti proseliti. Inoltre, il politico è sostenuto anche da Forza Italia e da Fratelli d’Italia.



Secondo i primi sondaggi, Alan Fabbri dovrebbe avere ben poche possibilità di avere la poltrona da governatore della Regione Emilia-Romagna. Tuttavia, le chance di ottenere ottimi risultati non sono minimamente preclusi. In una zona nella quale il grande favorito è Stefano Bonaccini, appoggiato dal Partito Democratico, Fabbri può riuscire a raggiungere il secondo posto, ottenendo più preferenze del candidato del Movimento 5 Stelle. E per la Lega, questo sarebbe già un successo, visti i dati non proprio lusinghieri delle ultime tornate elettorali.



Il primo obiettivo del programma politico di Alan Fabbri riguarda la necessità di ricostruire la propria regione in seguito al terremoto, con cittadini poco agevolati dal governo. L’importante è essere molto presenti sul territorio, con un modello innovativo e basato sul lavoro, sulla ricostruzione, sulla sanità e su una nuova riforma fiscale. Un altro scopo di Fabbri è riuscire a rimettere a posto le imprese, colpite da una crisi che va avanti da fin troppo tempo. Il giovane leghista intende anche diminuire il numero di consiglieri regionali, che dovrebbero scendere da 50 a 40. Tutto ciò per un risparmio di circa 7 milioni di euro che sarebbero ossigeno per le casse della Regione Emilia-Romagna. Infine, si rifiuta di giustificare i tagli governativi facendoli pesare sulle tasche dei cittadini, cercando di mettere la politica di fronte alle proprie responsabilità.

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