“Il Mattarellum è un’ottima legge elettorale. Dubito però che si riuscirà a convincere Berlusconi a votarlo. E soprattutto approvarlo da parte del governo sarebbe come accettare di compiere autocritica rispetto a quanto fatto finora”. Lo afferma Gianfranco Pasquino, professore di Scienza politica nella Johns Hopkins University di Bologna.
Il ministro Boschi propone di tornare al Mattarellum. Un escamotage per tenere buono Berlusconi?
Dal punto di vista politico Berlusconi non si può tenere buono con il Mattarellum, perché è stato proprio il Cavaliere ad averlo buttato a mare per fare il Porcellum. Il Mattarellum a Berlusconi non piace perché con i collegi uninominali ritiene che non avrà mai i candidati in grado di vincere da soli. Solo Berlusconi all’interno di Forza Italia è in grado di vincere con i collegi uninominali.
Perché allora il ministro Boschi ha proposto il Mattarellum?
In questo modo il ministro Boschi ha ammesso il totale fallimento delle sue proposte di riforma elettorale, tanto che ci si trova costretti a tornare a una legge elettorale che abbiamo già sperimentato. Se il governo fa autocritica va benissimo, dopo di che il Mattarellum rispetto al Porcellum è cento volte meglio, rispetto all’Italicum è 50 o 60 volte meglio. Personalmente sono favorevole al ritorno al Mattarellum, magari con due o tre ritocchi che sono facilmente attuabili.
Che cosa ne pensa del fatto che il governo è andato sotto sull’abolizione dei senatori a vita con 22 voti a 20?
Plaudo ai 22 che hanno deciso di eliminare i senatori a vita, la cui esistenza nel 2014 va contro qualsiasi logica. E’ una scelta ben fatta, non abbiamo bisogno di nessun senatore a vita e anzi mi auguro che il presidente della Repubblica quando se ne andrà rinunci a essere senatore a vita.
Perché chiede questo a Napolitano?
Perché ha l’apertura politica e morale per rinunciare alla carriera di senatore a vita. Sarebbe un gesto molto incisivo perché vorrebbe dire che noi abbiamo bisogno di una democrazia composta da parlamentari eletti. I senatori a vita non hanno nessuna legittimazione politica, anche quando hanno una grandissima legittimazione morale e intellettuale. Ma qui stiamo parlando di politica, e non del loro contributo personale al Paese.
Veniamo alle parole di Juncker. Se non farà le riforme, per l’Italia “non sarà piacevole”. Lei che cosa ne pensa?
E’ l’ennesimo monito che le autorità europee rivolgono all’Italia, e credo che abbiano sostanzialmente ragione. Invece che attaccare i tecnocrati, il governo dovrebbe rendersi conto del fatto che in Europa ci sono anche dei politici di razza che vincono le elezioni, che hanno delle competenze, che non sono dei miracolati ma che hanno una carriera parlamentare. Dobbiamo quindi riuscire a compiere quanto promettiamo, e non soltanto millantare delle cose che poi non riusciamo a fare.
Quindi le riforme di cui parla l’Europa non sono ciò che il governo ha fatto finora?
Credo che all’Europa delle nostre riforme istituzionali interessi assai poco. Se il Senato fosse trasformato in una vera camera di rappresentanza territoriale sarebbe meglio, perché è ciò che avviene in tutta Europa tranne in Gran Bretagna dove c’è la Camera dei Lord. All’Europa però interessano riforme vere del mercato del lavoro e delle politiche fiscali.
(Pietro Vernizzi)