Resa dei conti in Forza Italia. Il tesoriere Denis Verdini ha annunciato che a fine anno lascerà il ruolo di responsabile organizzativo del partito. E stavolta Berlusconi è pronti ad accettare le dimissioni più volte annunciate. A rivelare queste indiscrezioni è stato il Fatto Quotidiano, in un momento in cui le tensioni interne al partito sembrano avere raggiunto il punto di rottura. Ne abbiamo parlato con Fabrizio D’Esposito, giornalista politico del Fatto Quotidiano.



Come vede la situazione in Forza Italia?

Forza Italia è allo sfascio totale perché ormai la leadership di Berlusconi non tiene più, e l’elezione del Quirinale rischia di mettere in evidenza ancora di più questo sfascio. Il Cavaliere tiene in piedi un patto che però non può contare su tutte le truppe che gli sono rimaste in Parlamento.



Verdini avrebbe detto a Berlusconi: “Così non si va avanti”. Che cosa ne pensa di questa uscita?

Verdini ha anche detto che intorno a Berlusconi c’è “una banda di dilettanti”. Il problema di Verdini, che continua a minacciare di andarsene, è l’ennesimo frutto di una lotta interna. Quest’ultima da un lato vede i fittiani e dall’altra il “cerchio magico” composto da Toti, Mariarosaria Rossi e la Pascale, che non sopportano più il predominio di Verdini nell’organizzazione del partito. Dal momento che il cerchio magico ha già messo fortemente a rischio il Patto del Nazareno, Verdini fa trapelare il suo malcontento e la sua minaccia di andarsene.



Come si inserisce in questo conflitto la candidatura di Fitto alle Regionali?

E’ una provocazione rivolta a Fitto che l’ha già respinta al mittente. Rispetto ai veri problemi di Forza Italia, della tenuta del Nazareno, della successione a Napolitano, la ritengo una minuzia.

Stando all’ultimo sondaggio della Ghisleri, Forza Italia è al 15% e la Lega nord all’11%. Quanto contano questi dati?

Lasciano il tempo che trovano per quanto riguarda la definizione del nuovo recinto del centrodestra. La vera questione è che da un lato Berlusconi fa il padre della patria condannato che vuole eleggere il capo dello Stato insieme a Matteo Renzi, dall’altra sembra inseguire la deriva populista e parafascista di Salvini. Non so se il Cavaliere riuscirà mai a rimettere insieme una coalizione così eterogenea che va da Alfano a Salvini. Il 15% di Forza Italia e l’11% della Lega sono indubbiamente dati che contano. Ma la vera questione è che Berlusconi dovrà decidere se rimanere nell’ambito del Partito Popolare Europeo o spostarsi in un’ottica più radicale dove c’è già Marine LePen.

La nuova legge elettorale però non prevede che si formino coalizioni …

E’ un discorso molto complesso, vediamo che cosa accadrà. Renzi continua a dire che prima si approva l’Italicum e poi si voterà per il Quirinale. Bisognerà vedere se Berlusconi, che in passato aveva detto di no, accetterà questo metodo. Una volta stabilito il metodo, capiremo se Berlusconi accetterà la mancanza di una soglia minima e il premio di maggioranza così come è stato impostato.

 

Il voto su Italicum e Quirinale rischiano di fare deflagrare Forza Italia?

Il vero problema è il Quirinale, sul quale si rifletteranno tutti i mal di pancia, i rancori e le divisioni che si sono accumulate in questi mesi. Dubito quindi che si possa arrivare a una definizione dell’Italicum prima di eleggere il successore di Giorgio Napolitano.

 

(Pietro Vernizzi)