“Le dimissioni dei tre parlamentari dell’M5S sono un segno di grande disagio e sofferenza. Grillo ha tradito i suoi valori e vuole portare il Paese allo sfascio per vincere le prossime elezioni”. Lo afferma Luis Alberto Orellana, senatore eletto nei Cinque Stelle che ha poi lasciato per trasferirsi nel gruppo misto. I senatori Giuseppe Vacciano e Ivana Simeoni e il deputato Cristian Iannuzzi hanno rassegnato le dimissioni, e la ragione è il cambiamento della “linea politica” dell’M5S.



Che cosa ne pensa delle dimissioni di Iannuzzi, Vacciano e Simeoni?

A colpirmi è la loro modalità, perché un conto è lasciare un gruppo volontariamente, un altro è dimettersi dal Parlamento. Il M5S è quasi l’unico gruppo in cui succede e si ripete una cosa del genere.

Secondo lei perché succede questo nell’M5S?



C’è una delusione non solo nei confronti dello stesso Parlamento, ma anche della gestione del gruppo parlamentare. La nomina di cinque persone calate dall’alto come direttorio non è passata in modo indolore. Da un anno e mezzo si decide tutto fuori dal Parlamento, e in questo l’M5S assomiglia molto ai partiti tradizionali.

Come è stata percepita la nomina del “direttorio” dell’M5S?

Da alcuni è stata percepita come qualcosa di pesante e devastante. L’M5S si proponeva di essere un movimento senza strutture, stando almeno a quanto teorizzava Grillo nei comunicati politici di qualche tempo fa. Ora con giustificazioni ridicole come quella di essere “stanchino”, mette cinque persone scelte da lui e poi le fa anche votare nello spirito “prendere o lasciare”. Sarebbe da ridere se non fosse da piangere.



Le tre dimissioni sono un fatto “fisiologico” che può avvenire in qualunque partito?

In tutti i partiti abbiamo forme di dissenso e di frizione interna. Alcuni sono andati verso il disfacimento, come Scelta Civica, e forse la stessa china potrebbe essere seguita anche dall’M5S. Alle dimissioni di questi tre parlamentari seguiranno delle espulsioni, e ricordiamoci che al Senato i Cinque Stelle sono passati da 54 a 37 seggi. Mentre alla Camera da 109 sono passati a 100. Anche se è un processo prematuro, perché quando c’è un consenso tra il 17 e il 19% il gruppo rimane unito, presto l’M5S potrebbe finire come Scelta Civica.

Le tre dimissioni sono anche una conseguenza dell’incapacità politica di Grillo?

Nell’ambito della sofferenza che stanno vivendo i parlamentari dell’M5S, direi di sì. Il primo errore di Grillo è essersi fatto un’idea molto manichea della vita politica, dividendo il mondo in buoni e cattivi. Io ritengo che si debba essere più realisti e vedere le persone come sono e come agiscono. Il secondo errore è stato quello di non avere presentato una vera proposta, se non quella “distruttiva” di portare il Paese al voto con la speranza di vedere il Paese risorgere con un governo Cinque Stelle.

 

Come valuta questa prospettiva?

E’ una prospettiva “sfascista”, in quanto Grillo vuole lo sfascio del Paese per poi vincere le elezioni.

 

Tanto peggio tanto meglio?

Proprio così.

 

Quali sono le responsabilità di Grillo rispetto all’attuale sfascio del Paese?

Lo sfascio del Paese è avvenuto negli ultimi decenni, e le responsabilità sono molto diversificate. Da quando però l’M5S è entrato in Parlamento avrebbe potuto dare un contributo serio e importante, condizionando un eventuale governo Bersani o i governi Letta e Renzi con proposte, disponibilità ad appoggi in cambio di risultati e un’attività che non fosse di mera contrapposizione senza costrutto.

 

Renzi sta facendo “campagna acquisti” nell’M5S in vista delle elezioni per il Quirinale?

No. Le prossime elezioni del capo dello Stato non hanno nulla a che fare con queste dimissioni, che sono una questione interna. Ho sentito in aula il senatore Vacciano scagliarsi contro la legge di stabilità, con motivazioni condivisibili, ed è stato applaudito dal gruppo dell’M5S. Le sue dimissioni viste dall’esterno sono quindi un po’ una sorpresa, anche se come dicevo all’interno dell’M5S c’è una grande sofferenza.

 

Grillo lascerà che sia la rete a decidere sul Quirinale?

Il mio dubbio è che la rete sia manovrata a ogni consultazione, anche se i nomi usciti alle ultime Quirinarie erano abbastanza insospettabili e non legati a Grillo. Mi aspetto che si continui sulla stessa strada, mantenendo però quel senso di realismo per cui se ci sono candidati che non hanno nessuna possibilità di essere eletti li si metta da parte per ragionare su nomi che invece potrebbero avere qualche consenso. Se viene fuori ancora Gino Strada e lui non vuole essere eletto è inutile votarlo.

 

Grillo dovrebbe dialogare di più con gli altri partiti?

Lo sta già facendo ed è un fatto sicuramente positivo. Io sono sempre per il dialogo, soprattutto nei casi in cui si decidono cose così importanti che riguardano tutti. L’elezione del presidente, la legge elettorale, la riforma costituzionale sono di tutti, e tutti devono essere coinvolti.

 

Si riuscirà a eleggere un presidente della Repubblica anche con i voti dell’M5S?

Auspico di sì, ma su questo preferisco non lanciarmi in previsioni.

 

(Pietro Vernizzi)