Piero Sansonetti, direttore del Garantista, resta della sua idea: l’uomo ideale per il Colle è Pier Luigi Bersani, come già aveva dichiarato al sussidiario quando il toto-Quirinale era agli inizi. Avrebbe una caratura politica, non sarebbe lo scendiletto di Renzi e piacerebbe anche a Berlusconi. Ma c’è un altro nome che potrebbe essere un candidato serio, perché non avrebbe paura dei giudici. E comincia per B.



Che cosa ne pensa delle aperture di Berlusconi a un presidente del Pd?

Nell’intervista a Repubblica, Berlusconi delinea un identikit preciso: quello di Pier Luigi Bersani. L’ex segretario è una figura che nel Pd piace e una personalità importante, e ha quindi tutte le carte in regola per succedere a Napolitano.

Prodi può tornare in corsa?



Il Professore non ha nessuna possibilità di ottenere il sostegno di Berlusconi. Anche nel Pd ha un numero consistente di nemici ed è difficile che possa passare. La vicenda dei 101 che gli hanno votato contro nel 2013 è ancora attuale, e del resto Marini era stato a sua volta bruciato dai prodiani. Gli stessi Draghi e Visco non hanno le caratteristiche ideali perché non sono figure politiche.

Può andare una figura che “non disturbi” nessuno come Padoan?

No, una figura che “non disturbi” non può andare bene. Tutti sanno che questo presidente avrà un ruolo importantissimo, perché è probabile che Renzi durerà fino al 2018 ma non è sicuro. Se Renzi non regge, è fondamentale che il presidente della Repubblica sia un uomo politico per assicurare la continuità. Padoan è “acqua sul vetro”, è difficile che il Parlamento possa fare una scelta di così basso profilo.



Se Berlusconi appoggia un presidente del Pd, il giorno dopo Forza Italia si sfascerà?

Per sapere che cosa accadrà a Forza Italia, bisognerà aspettare che scada la pena di Berlusconi a metà febbraio. Da quel momento in poi nella politica italiana ci sarà un protagonista in più. Oggi Forza Italia è un partito con un leader “bloccato”, nel momento in cui si sblocca può succedere di tutto, e comunque i rapporti di forza interni cambieranno molto a favore di Berlusconi.

Nel frattempo chi gestisce i franchi tiratori?

Se si va alla battaglia, i franchi tiratori possono creare parecchi problemi. Per questo penso che quella di Bersani potrebbe essere una scelta tranquilla, una personalità eleggibile con una larghissima maggioranza rispetto a cui i franchi tiratori non avrebbero alcun peso. Bersani otterrebbe i voti non solo di Pd e Forza Italia, ma anche di Ncd, dei fuoriusciti dal movimento di Grillo e forse dello stesso M5S.

Che idea deve avere della giustizia il nuovo capo dello Stato?

Molto seria. Io penso che andrebbe fatta una riforma profonda in grado di ridurre di molto il potere dei giudici. Viviamo in una Repubblica dove negli ultimi anni il potere della magistratura è diventato assolutamente preponderante su tutti gli altri e andrebbe quindi limitato. Su questo il presidente della Repubblica può esercitare una qualche influenza, ma conta fino a un certo punto. In ogni caso sulla giustizia le posizioni di Bersani sono simili a quelle di Napolitano: non è un nemico giurato dei magistrati ma nemmeno un capo dei “manettari”.

 

Nel Pd c’è l’idea che si debba fare una riforma della giustizia?

No, nessuno riformerà la giustizia, ma il problema non è il Pd bensì il fatto che in questo momento i giudici hanno un potere illimitato. Chi fa la riforma della giustizia, il giorno dopo finisce in manette. Almeno su due punti, la responsabilità civile dei giudici e la separazione delle carriere, nonché sulla riduzione del potere burocratico della magistratura, qualsiasi proposta di riforma non passerà mai. Arrivano una decina di avvisi di garanzia e in questo modo si risolve la questione.

 

C’è una figura che se fosse eletta sarebbe in grado di sfidare i giudici?

Emma Bonino, che però non ha molte chance. Si diceva che la Bonino non poteva fare il presidente perché c’era il veto del Vaticano, ma questa è una sciocchezza. Il veto non è del Vaticano bensì della magistratura, che è molto più potente anche del Papa.

 

Renzi accetterà un presidente della Repubblica forte in grado di fargli ombra?

A Renzi conviene eleggere un presidente della Repubblica forte, perché da solo non può farcela. Eleggere Bersani come capo dello Stato produrrebbe inoltre l’effetto di ricompattare una parte del Pd, e gli risolverebbe quindi anche qualche problema interno.

 

Ma poi Bersani farebbe quello che vuole Renzi?

No, ma neanche Napolitano fa esattamente quello che vuole Renzi. Il capo dello Stato e il presidente del Consiglio hanno due ruoli distinti, quindi senza invasioni di campo, ma in due si governa meglio che da soli.

 

(Pietro Vernizzi)