“Mi aspetto un percorso di condivisione che consenta di avere un presidente della Repubblica che non sia solo espressione della sinistra”. Lo ha detto Silvio Berlusconi a proposito della partita che si è aperta in vista delle imminenti dimissioni di Napolitano per scegliere il nuovo inquilino del Colle. Ne abbiamo parlato con Fabrizio D’Esposito, giornalista politico del Fatto Quotidiano.



Come vede la partita di Berlusconi per il Quirinale?

La vedo male, perché il Patto del Nazareno non è più alimentato dalla stessa passione di prima. Renzi ha dato una stoccata dicendo che “Berlusconi non dà più le carte”. Ma Berlusconi sottoscrisse il Patto del Nazareno proprio per ritornare a dare le carte. Al di là dei tatticismi, qualcosa in questo Patto si è incrinato. Lo capiremo soltanto quando Napolitano deciderà una volta per tutte la strategia delle sue dimissioni. Non mi pare però che Berlusconi sia messo molto bene.



Perché?

Una settimana fa ha fatto il nome di Amato per il Quirinale rischiando di bruciarlo. Si sa che non vuole un candidato di parte, cioè un uomo caratterizzato partiticamente, bensì una figura autorevole e istituzionale. Quando incomincerà la vera trattativa, potrebbe anche andare sul nome meno noto di qualche ex giudice della Corte costituzionale come Sabino Cassese.

Renzi che cosa vuole?

Renzi non vuole un presidente forte, come Napolitano, bensì una figura accomodante. Il Patto del Nazareno al momento è in una sorta di vicolo cieco, ma bisognerà attendere le dimissioni del capo dello Stato che probabilmente arriveranno il 20 gennaio per capire quale piega prenderanno gli avvenimenti.



Perché Berlusconi per il Quirinale ha proposto Amato?

Ovviamente il presidente ideale per Berlusconi è Berlusconi stesso. Sa però che non potrebbe essere eletto, e la sua seconda preferenza è Gianni Letta. Preme comunque per avere una figura amica, e a quel punto Giuliano Amato è quello che gli può togliere le castagne dal fuoco. Sono anni che Amato è legato a quel mondo, e quando Berlusconi si dimise da premier nel 2011 tutti i berlusconiani pensavano ad Amato come suo successore a Palazzo Chigi. Amato viene infatti da Craxi, si trova a cavallo del mondo di destra e di sinistra, con l’opportunismo che lo ha sempre contraddistinto. E’ quindi l’uomo che in questa fase potrebbe tutelare Berlusconi.

Come vede lo scontro Berlusconi-Fitto?

Parlare di Fitto equivale a parlare di minuzie. Il fenomeno Fitto si deve a qualche notabile ex-democristiano che lo sostiene in Parlamento e a qualche faccia del passato proveniente da An, quali Storace, Ronchi e Alemanno. Fitto è l’ennesimo fenomeno prodotto dalla monarchia berlusconiana. Come è capitato con Casini, Alfano e Fini, adesso sta avvenendo con Fitto.

 

Da dove nasce la “ribellione” di Fitto?

Berlusconi ha una linea politica che secondo Fitto è suicida, e chi vorrebbe un futuro in politica dice no. Fitto si sta giocando la sua chance, ma non credo che sarà in grado di essere determinante e decisivo. Se si va a votare con l’Italicum, Berlusconi riuscirà a eleggere circa 90 parlamentari con il sistema dei capilista nominati e nessuno riuscirà a essere eletto con le preferenze. Fitto e chi lo sostiene sono “facce consumate” che non riusciranno a essere decisive.

 

(Pietro Vernizzi)