Il Comitato Parlamentare chiamato a esaminare la richiesta del Movimento 5 Stelle per lo stato in messa d’accusa per Giorgio Napolitano ha respinto, senza appello, la proposta di impeachment. L’istanza è stata bocciata – in quanto “manifestatamente infondata” – con 28 sì (all’archiviazione). Ma il presidente della Repubblica rimane nel mirino di Grillo, che ne chiede le dimissioni e promette ancora battaglia, e anche di Forza Italia (che non ha partecipato al voto), che si è sollevata contro il capo dello Stato in seguito alle rilevazioni di Alam Friedman circa i contatti (nell’estate del 2011) tra Mario Monti e il Quirinale quattro mesi prima dell’incarico poi conferito al professore per sostituire Berlusconi a Palazzo Chigi. E a proposito di sostituzioni, Renzi sembra essere pronto a succedere a Letta per dare una svolta al lavoro del governo. A cosa mira FI attaccando Napolitano? E si sta forse venendo a formare un’asse Berlusconi Grillo? Lo abbiamo chiesto a Danilo Leva, onorevole del Pd e vice presidente della Commissione parlamentare per i procedimenti d’accusa che ha appunto bocciato la domanda dei pentastellati.
Lei è vice-presidente della Commissione che ha bocciato la richiesta di impeachment per Giorgio Napolitano, rispedita al mittente “senza appello” in quanto “manifestatamente infondata”.
Io mi auguro che si chiuda una vicenda patetica e destituita di qualsiasi fondamento giuridico. I 5 Stelle hanno avanzato una richiesta di stato in messa d’accusa speculando e strumentalizzando le regole costituzionali poste a garanzia delle istituzioni. Insomma, pura propaganda. Noi siamo dalla parte di Napolitano che in questi anni, molto difficili e tormentati per l’Italia, ha rappresentato l’unico e vero punto di tenuta della democrazia italiana
I 5 Stelle promettono battaglia e Grillo insiste chiedendone sempre le dimissioni.
Confondono i piani. Io non condivido ma posso ritenere legittima una polemica politica, ma da qui ad arrivare a una richiesta di impeachment ce ne vuole eccome. Ripeto, non c’è fondamento giuridico in tutto quello che dicono: mancano i requisiti e le caratteristiche richieste dalle normative stabilite dalla Carta Costituzionale. È pura fantasia piegata a logiche di parte. Ancora una volta Grillo dimostra tutto il suo cinismo e opportunismo: pur di ricavare un mero interesse elettorale sarebbe disponibile ad incendiare il Paese
Quali mosse nuove mosse ci dobbiamo dunque aspettare?
Non saprei, mi auguro solo che non ci saranno proprio. Dovrebbero occuparsi dei problemi del Paese, provando ad avanzare delle proposte concrete – anziché urlare alla Luna come hanno fatto in questi mesi di legislatura – e assumersi, ogni tanto, qualche responsabilità.
Forza Italia non ha partecipato al voto di oggi e ieri si è sollevata contro il presidente della Repubblica per il caso scoperchiato da Alam Friedman. Qual è la strategia politica di FI che si cela dietro l’attacco a Napolitano?
Al di là della polemica politica, che posso anche capire, non vedo nessun complotto. Basta risalire a quel periodo e mettere in fila tutti i fatti per capire che quella crisi del Pdl era giù una crisi latente e irreversibile. Credo che Napolitano, anche in quella fase, si sia comportato in maniera impeccabile a garanzia delle istituzioni e della democrazia.
Ma l’obiettivo di Forza Italia qual è?
Io non conosco gli obiettivi delle altre forze politiche. Mi appassiono molto di più a quelli che sono gli obbiettivi del Pd in questo processo di riforme, in cui tutto il partito è impegnato con il massimo sforzo.
Lei vede la formazione di uno strano asse Forza Italia-Movimento 5 Stelle?
È un’intesa che si consolida giorno dopo giorno sul terreno dell’antieuropeismo, del populismo e della demagogia. È un asse che si va via via formando anche nell’azione parlamentare. Io mi auguro però che Forza Italia non ceda a questi richiami e si concentri molto di più su un percorso delineato insieme al Segretario de Partito Democratico
Futuro del governo: cosa pensa della possibile staffetta Letta-Renzi a Palazzo Chigi?
È un’opzione in campo che decideremo giovedì alla direzione del partito. Ribadisco quello che abbiamo sempre detto: ci vuole un chiarimento di fondo tra partito e governo, ma anche un esecutivo che sia forte e autorevole per affrontare le emergenze sociali ed economiche del Paese. Per ripartire non credo sia sufficiente una semplice sostituzione di ministri: penso si debba fare qualcosa di più. Se Letta è in grado di farlo, bene, altrimenti che si ragioni su altre ipotesi sulle quali è giusto discutere in maniera aperta.
Ecco dunque Renzi. In molti dicono che questo passaggio di testimone sia un errore. È così?
Io penso che, oggi, sia un errore e un disastro andare a elezioni anticipate. Sarebbe infatti la sconfitta della politica, nonché benzina per i populisti. Questa è una legislatura che ha il dovere di stabilizzare il Paese con le riforme – costituzionali ed economiche – volte a cambiare l’Italia e a dare risposte alla popolazione. Per fare tutto ciò non sono sufficienti pochi mesi: ci vuole un governo rinnovato e forte. Non possiamo continuare sulla falsariga attuale, serve una svolta.
(Fabio Franchini)