La Corte Costituzionale ha bocciato la Legge Fini-Giovanardi – varata nel 2006 – definendo illegittimo il testo che equipara droghe leggere e pesanti. Alla base della sentenza vi è la violazione dell’articolo 77, secondo comma, della Carta: nella legge furono inseriti emendamenti estranei all’oggetto e alle finalità di partenza del decreto. A sollevare la questione di illegittimità era stata la terza sezione penale della Cassazione. Nei fatti, viene dunque cancellata la norma con cui erano parificate “ai fini sanzionatori” droghe pesanti e leggere: con la Fini-Giovanardi erano infatti state alzate le pene – prima comprese tra due e sei anni – prevedendo la reclusione da sei a venti anni con, inoltre, una multa compresa tra i 26mila e i 260mila euro. La decisione della Consulta, secondo le prime stime, avrà un effetto diretto su circa 10mila detenuti, oltre a tutti i procedimenti in corso per il reato in questione. Rivive dunque la legge Iervolino-Vassalli come modificata da referendum del ‘93, che prevede pene più basse per le droghe leggere.



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