Enrico Letta ha rilasciato un comunicato ufficiale in cui annuncia le sue dimissioni: salirà domani al Quirinale per incontrare il capo dello Stato. Ecco il testo ufficiale: “A seguito delle decisioni assunte oggi dalla direzione nazionale del partito democratico, ho informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della mia volontà di recarmi domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del consiglio dei ministri”. Il comunicato arriva poco dopo che la direzione del Pd ha di fatto “sfiduciato” lo stesso Letta votando con 136 voti a favore, 16 contrari e due astenuti il documento che chiede “una fase nuova con un nuovo esecutivo”.



“L’altra scelta che abbiamo di fronte è quella di provare a impostare un percorso di legislatura. E’ una scelta difficile, perché questo Parlamento ha mostrato dei limiti, ma questa trasformazione ha un senso se è chiaro che l’obiettivo è il 2018 e che in mezzo ci sono le riforme costituzionali e il tentativo di cambiare e regole del fisco, del lavoro, di una burocrazia opprimente, e un’Italia che deve recuperare semplicità e coraggio”. Lo ha spiegato Matteo Renzi durante la direzione nazionale del Pd. “Di fronte all’alternativa elezioni o patto di legislatura, vi propongo la strada meno battuta e più difficile – ha aggiunto – E’ l’unica che il Pd si può permettere. Qualcuno ha parlato dell’ambizione smisurata di Renzi e del Pd. Non lo smentirò, perché deve essere chiaro che c’è un’ambizione smisurata che il Pd deve avere, dal segretario fino all’ultimo iscritto. L’augurio che faccio è quello di avere la consapevolezza della nostra responsabilità, ringraziando chi ha lavorato a questo anno. Vi chiedo di uscire tutti insieme dalla palude”. Clicca qui per leggere l’intervento di Matteo Renzi alla direzione nazionale del Partito Democratico



Non si sono fatte attendere le reazioni dei vari schieramenti politici al termine dell’intervento di Matteo Renzi alla direzione nazionale del Pd. Il sindaco di Firenze “apre la crisi di governo”, scrive Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. “Enrico Letta, presidente del Consiglio, espressione del Pd, partito di maggioranza relativa, si presenti in Parlamento per un doveroso chiarimento davanti alla sua maggioranza, davanti all’opposizione e davanti al Paese. No ad una crisi extraparlamentare”, ha aggiunto. Secondo Stefania Giannini, segretario di Scelta Civica, “la relazione di Renzi ci ha dato una risposta molto importante. Chiedevamo chiarezza al Pd e chiarezza abbiamo avuto, soprattutto sulla linea di radicale cambiamento di cui c’è bisogno”. Ovviamente diverso il commento del Movimento 5 Stelle: “Il Parlamento non esiste più? L’assenteista al Comune di Firenze Matteo Renzi si autocandida a presidente del Consiglio liquidando Letta. Il tutto in diretta tv da una sede di partito! E’ l’ennesima farsa della partitocrazia contro la Costituzione”, scrive su Facebook Vincenzo Maurizio Santangelo, capogruppo M5S al Senato. “Da troppi anni le cadute dei Governi, come le leggi elettorali, si decidono in una sede di partito tra pochi, magari condannati, oppure a casa di Napolitano o magari su un Frecciarossa – recita ancora il post – Letta va sfiduciato in Parlamento, come richiesto dal Movimento 5 Stelle. La Costituzione e la democrazia vanno rispettate!”. “Non ci si può limitare a prendere atto del documento Renzi – dice invece la presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani – si deve avere la capacità, la forza e il coraggio di votare tutti questo documento. Il cambiamento è dettato da ciò che chiede il paese”.



“Vorrei evitare di perdermi in troppi giri di parole. Qualcuno ha scritto che siamo di fronte a derby, ma noi siamo di fronte a un bivio: da una parte c’è la chiusura della legislatura e il passaggio elettorale, dall’altra trasformare questa legislatura in costituente”. Lo ha detto Matteo Renzi durante la direzione nazionale del Pd. Secondo il sindaco di Firenze “c’é la necessità e l’urgenza di aprire una fase nuova con un esecutivo nuovo che si ponga come orizzonte l’intera legislatura”. Si guarda quindi ai prossimi quattro anni: “L’ipotesi di questa trasformazione ha senso se puoi dire a tutti che l’obiettivo é il 2018 e di mezzo ci sono le riforme e il tentativo di cambiare le regole del gioco”, ha spiegato Renzi leggendo il documento che sarà votato dalle direzione del partito. Il segretario del Pd ha quindi ringraziato il presidente del Consiglio Letta per il lavoro svolto e ha aggiunto di voler assumere il documento “Impegno Italia” come “contributo” per la futura azione dell’esecutivo. Renzi ha poi parlato dell’ipotesi voto: “La strada delle elezioni ha una suggestione e un fascino”, ma “ancora oggi non abbiamo una normativa elettorale in grado di garantire la certezza della vittoria”. Inoltre “in questo momento non riuscirebbero a risolvere i problemi nel Paese”.

Matteo Renzi è arrivato in via del Nazareno a Roma per la direzione nazionale del Pd che prenderà il via tra pochissimo. Enrico Letta, invece, a sorpresa ha fatto sapere che non ci sarà: “Carissimi – ha scritto il presidente del Consiglio in un breve messaggio rivolto alla Direzione e pubblicato sul sito del governo – penso che, in una giornata importante come questa, sia fondamentale che la discussione si sviluppi, e le decisioni conseguenti siano assunte, con la massima serenità e trasparenza. Per questo preferisco aspettare a Palazzo Chigi le determinazioni che verranno prese, in modo che tutti in Direzione si sentano liberi di esprimere valutazioni ed esplicitare le decisioni che ritengono opportune”. La scelta del premier è stata immediatamente criticata dal renziano Roberto Giachetti, vice presidente della Camera, il quale si è fatto sentire su Twitter citando “Ecce Bombo” di Nanni Moretti: “Mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo?”.

In attesa della direzione del Partito Democratico che scatterà alle 15 e che potrebbe destituire Enrico Letta dalla carica di presidente del Consiglio a favore di Matteo Renzi, Pippo Civati, candidato alle Primarie, ha pubblicato sul  proprio profilo twitter i risultati di un sondaggio “fatto in casa” tra i propri follower sull’eventualità, sempre più concreta, della staffetta tra Letta e Renzi a Palazzo Chigi. Ecco cosa scrive: “Il 91% preferirebbe di no”. L’esponente dem fa sapere che alla rilevazione hanno partecipato 4000 mila elettori Pd. La resa dei conti è sempre più vicina.

Dopo Enrico Letta, tocca a Matteo Renzi. Il premier è intervenuto nel tardo pomeriggio di ieri per presentare alla stampa “Impegno Italia”, la proposta di patto di coalizione tra i partiti che sostengono il governo. Oggi, giovedì 13 febbraio, sarà il segretario del Pd a parlare delle ultime indiscrezioni sull’esecutivo durante la direzione nazionale del partito in programma alle 15 presso la sede di Largo del Nazareno. “Leggo tante ricostruzioni sul Governo. Quello che devo dire, lo dirò domani alle 15 in direzione. In streaming, a viso aperto”, ha scritto su twitter il sindaco di Firenze. Come detto, ieri ha parlato invece il capo del governo: “Credo che la data del termine di ‘Impegno Italia’ sia legata al completamento delle riforme – ha detto -. Quando saremo in grado di fare una legge elettorale, quando saranno riformati il Senato e il titolo V della Costituzione, allora sarà terminato il lavoro”. Per il momento, comunque, nessun passo indietro: “Le dimissioni non si danno per dicerie e giochi di palazzo. Chi vuole venire al mio posto deve dire cosa vuole fare. Si gioca a carte scoperte”. Entrando poi nel dettaglio del progetto, il premier ha parlato di “trenta miliardi di risorse per il biennio 2014-2015 che consentiranno quelle riduzioni di tasse per le imprese sul costo del lavoro e per il lavoratori”. Oltre a questo, anche un piano di riduzione delle spese: “Saremo in grado, oltre ai 3,6 miliardi di revisione della spesa previsti dalla legge di stabilità, di mettere altri 13 miliardi di revisione della spesa. Questo è fattibile”, ha assicurato Letta.