Alle 16 e 15 nella giornata-vigilia di San Valentino, alla riunione della direzione del Partito democratico, va in scena (via streaming, off course) la grande sceneggiata dei paradossi. E’ tutto programmato da alcuni giorni e si sa che la suspence è solo frutto della fantasia, ossessiva e isterica, di alcuni cronisti. Si sa che il premier Enrico Letta aspetta a Palazzo Chigi un risultato scontato di sfiducia da parte del suo partito, di un “impacchettamento” o di un “siluramento” del suo governo. Il nuovo segretario del Pd, Matteo Renzi, non la prende tanto alla larga e, secondo il suo stile, di nuovo “decisionista” mediatico, ringrazia e programma il “de profundis” per Enrico Letta e il suo governo.
C’è bisogno di uno “scatto”, osserva Renzi di fronte a una platea che è a stragrande maggioranza a suo favore. C’è qualche solitario contestatore, ma ha veramente poco appeal per frenare la corsa del sindaco di Firenze verso Palazzo Chigi. Eppure, l’accelerazione della manovra anti-Letta stupisce un po’ tutti, anche gli osservatori più disincantati. Piero Sansonetti, ad esempio. Grande storia di sinistra alle spalle, giornalista sempre irriverente e libero nei suoi giudizi contro-corrente, Sansonetti cerca di spiegare l’accelerazione, anche perché, solamente il 17 gennaio di quest’anno, il nuovo segretario del Pd aveva twittato che Enrico Letta non doveva temere nulla e che lui non voleva prendere il suo posto.
E allora, Sansonetti, questa accelerazione improvvisa a che cosa è dovuta?
Non ho elementi, fonti, certezze su quello che è capitato e su che cosa ci sia dietro. Posso constatare che l’accelerazione arriva con il Corriere della Sera, con il libro di Alan Friedman e quindi mi porta a pensare a pressioni internazionali. Può effettivamente darsi che ci sia un contrasto profondo tra americani e tedeschi nella grendi scelte di politica economica e quindi si assista a un riposizionamento dei poteri italiani. Ma per ora non mi spingo oltre…
Beh, un vicesegretario di Stato americano, Victoria Nuland, si è permessa di dire, senza eufemismi “fottiti Europa”…
Vedo segnali che mi portano a pensare le cose che le ho appena detto, di uno scontro tra americani e tedeschi sulle spalle degli italiani, a fare quindi certe ipotesi.
Converrà che la sortita del Corriere della Sera è stata devastante.
Certamente. Ha messo in un angolo, in grande difficoltà il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che a mio avviso si dimetterà molto presto. Questa è solo una mia opinione.
Sono scesi in campo, almeno nel libro di Alan Friedman, tutta una serie di personaggi che sono stati protagonisti: Carlo De Benedetti, Romano Prodi, Mario Monti.
Qui a mio parere c’è un primo paradosso. Mi verrebbe da dire che una serie di presunti “golpisti” si sono tutti messi ad accusare indirettamente di presunto “golpe” Giorgio Napolitano. Se questo non è un paradosso.
Torniamo al Partito democratico, Sansonetti. Come esce il partito da questa prova?
Ne esce a pezzi, letteralmente a pezzi. Il minimo che si possa dire è che è stata una sceneggiata democristiana, le vecchie sceneggiate democristiane che poi si ricomponevano in qualche modo. Qui non so se si potrà ricomporre come facevano un tempo i democristiani. E’ chiaro che Renzi diventerà capo di un governo e di una maggioranza che avrà al suo interno una fila di “franchi tiratori”. Renzi è riuscito a litigare con gli ex comunisti e anche con gli ex democristiani. A volte mi viene in mente una sorta di suicidio collettivo e mi domando il perché di tutto questo. In più, credo che tutto quanto è avvenuto nel Pd offra una chance di rivincita a Silvio Berlusconi. Il Cavaliere mi sembra ritornato in sella e deve solo azzeccare la formazione del Milan, a questo punto.
Lei parlava prima di paradossi in tutta questa vicenda.
Ma scusi, si è detto che si governava bene in questo Paese quando si riusciva a raffreddare lo spread. Ora Letta mi sembra che lo spread lo ha fatto abbassare e quindi dovrebbe aver governato bene. Invece no, il suo governo non convince più, non ha la capacità di uno “scatto”, è un governo “seduto”, anzi quasi si dice che ha governato male. Anche questo non le sembra un paradosso in questi tempi?
Parliamo di Matteo Renzi e del suo futuro governo. Ce la farà?
Non lo so. Se riesce a governare bene si impone come un grande politico, questo senza alcun dubbio. Ma non so proprio se ce la farà a cambiare le cose nel Paese in una situazione come questa.
Che programma ha in mente Renzi?
Bella domanda. Me la pongo anche io. Lui ha parlato in direzione del Pd della necessità di un governo che deve fare uno “scatto”. Ma un programma è fatto di azioni concrete, di punti precisi, di scelte da operare. Sinora non ho capito da Renzi come si uscirà da questa situazione di crisi economica, sociale, politica e istituzionale.
(Gianluigi Da Rold)