C’è anche Alessandro Baricco tra coloro che potrebbero prendere parte alla squadra di governo capitanata da Matteo Renzi. Nato a Torino nel 1958, è uno dei personaggi di spicco e più in vista della narrativa italiana contemporanea. E’ uno scrittore, saggista, conduttore televisivo ed abile pianista. Dopo la laurea in filosofia, agli esordi della carriera, pubblica numerosi saggi di critica musicale. L’amore verso la musica classica lo ha ereditato dai propri genitori e lo ha coltivato attraverso studi ed approfondimenti personali che lo hanno portato a conseguire un diploma in pianoforte al Conservatorio. Come critico musicale collabora con i quotidiani “La Repubblica” e “La Stampa” e nel 1993 conduce un programma su Rai Tre dedicato alla lirica, dal titolo “L’amore è un dardo”. Nel 1998 cura alcune lezioni sull’amore alla lettura che lo portano in tournée nelle varie piazze italiane. Il clou della carriera letteraria di Baricco viene raggiunto negli anni Novanta, durante i quali pubblica: Castelli di rabbia, Oceano mare, Seta e Senza Sangue. Titoli conosciuti e ampiamente graditi dal pubblico, anche se a volte non particolarmente osannati dalla critica. Scrive anche alcuni testi teatrali e collabora con personalità di spicco del mondo teatrale e cinematografico, quali Arnoldo Foà e Giuseppe Tornatore. Sulla scia dell’esperienza televisiva, fonda a Torino una scuola incentrata sulle tecniche della narrazione in un’ottica armonica e pluridisciplinare. Nel 2007, Baricco torna in scena con uno spettacolo tratto dal Moby Dick di Melville e dal 2011 collabora stabilmente con “Repubblica” ove ogni domenica recensisce i migliori libri letti negli ultimi anni. Il suo esordio alla regia avviene nel 2008 con un film, dal cast internazionale, incentrato sulla storia di una studentessa inglese che rievoca la sua più bella lezione universitaria: quella sull’origine controversa della nona sinfonia di Beethoven. Alcuni critici sono rimasti colpiti dallo stile dello scrittore, altri invece, come anche il comico Daniele Luttazzi, esprimono la loro disapprovazione verso uno stile ritenuto troppo lezioso. E proprio in questi ultimi giorni il nome di Baricco è saltato fuori nel toto-ministri del nuovo governo Renzi, una voce che è diventata sempre più insistente e che vedrebbe lo scrittore torinese come possibile, anche se improbabile, ministro alla cultura.
Alessandro Baricco, nelle ultime ore, si è recato a Firenze per incontrare Matteo Renzi, nuovo premier in pectore, ed al suo arrivo in stazione ha dichiarato ai giornalisti che avrebbero discusso della nuova squadra di governo, senza sbilanciarsi molto sulla sua presunta nomina. Al termine della giornata e del faccia a faccia con Renzi, Alessandro Baricco è ritornato sulla sua posizione facendo capire che la sua possibile nomina è effettivamente sfumata. Smentendo l’incarico, ha dichiarato di amare la propria vita e di non voler cambiare le proprie abitudini e quindi di volersi impegnare nel collaborare con il neo-premier Renzi per lo sviluppo di un tema di interesse comune ed importante, ossia quello della cultura e dell’educazione.